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Quella scuola aperta anche alle donne nel Medioevo

Realtà e fantasia si mischiano e si confondono nel tratteggiare le origini della tradizione medica salernitana, attribuite all’arabo Adela, al greco Pontus, all’ebreo Helinus e al latino Salernus. Una leggenda, forse, che però sottolinea la combinazione di culture provenienti da ogni parte del mondo antico su cui la Scuola Medica Salernitana pose le sue radici. Dall’XI secolo giungono a noi le prime testimonianze scritte di argomento medico della Scuola, sostenuta fortemente dal normanno Roberto il Guiscardo.

La prima in assoluto è il Passionario di Garioponto, una sorta di compendio aggiornato della scienza medica del passato. Fu l’arcivescovo Alfano, discepolo di Garioponto e grecista, a tradurre dal greco al latino importanti opere mediche e fu egli stesso autore di trattati, tra cui il De Pulsibus, ripreso dagli scritti di Galeno: egli era infatti in grado di dedurre lo stato fisico e il temperamento di un individuo dal suo polso e dall’analisi delle pulsazioni.

Contemporaneamente, tra gli altri, agirono Costantino l’Africano, che importò in Occidente i saperi medici arabi, e Trotula de Ruggero. Sì, proprio una donna, e non l’unica ad avere la possibilità di accesso alla Scuola e alla professione: una vera rivoluzione culturale e sociale per l’epoca, che inserì in un mondo totalmente maschiocentrico le cosiddette “Mulieres Salernitanae”. Trotula si dedicò al mondo femminile; non trascurò infatti la cosmetica, prestando consigli su unguenti e tinture, ma la sua attenzione si focalizzò sulla dimensione ostetrica e ginecologica con il De mulierum passionibus ante et post partum.

Dopo essere stata ufficialmente regolamentata dalle Costituzioni Melfitane di Federico II nel 1231, la Scuola di Salerno, dedicatasi anche alle cure dei feriti di ritorno dalle crociate, a cavallo tra XII e XIII secolo visse l’apogeo del suo splendore, che donò alla città il titolo di “Hippocratica Civitas” (Città Ippocratica). Dopo un lento declino, nel 1811 Gioacchino Murat causò la chiusura definitiva della Scuola di Salerno: le lauree da essa rilasciate non erano più valide.


Oggi, grazie al Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana, è possibile scavare fino alle basi della medicina moderna, guidati dai protagonisti di questa storia in maniera interattiva.
Nel prossimo articolo capiremo su cosa si basasse il metodo di studio e di intervento di questi antichi medici.

Immagini riprese dal sito del Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana.

© IL QUOTIDIANO ONLINE – 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Rosa Elefante

Studentessa non ancora esaurita, idealista non ancora disillusa, sognatrice non ancora sveglia. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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