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Cibo e sostenibilità ambientale, c’è un nesso

Da anni ormai si parla dell’impatto che le attività dell’uomo hanno sull’ambiente ed è sotto gli occhi di tutti come il riscaldamento globale e l’esaurimento delle risorse naturali stiano man mano accorciando la vita del nostro pianeta

In Europa, il sistema alimentare è responsabile del 30% circa delle emissioni di gas ad effetto serra ed è parimenti intensivo in termini di consumo di acqua. Non solo le auto e le industrie del settore secondario e terziario ma anche l’agricoltura e l’allevamento contribuiscono, quindi, all’inquinamento del nostro pianeta.

La Fondazione Barilla, non-profit ed apolitica, ha creato un centro di pensiero multidisciplinare ed indipendente che lavora sulla sostenibilità alimentare, riunendo scienziati ed esperti internazionali, oltre che collaborando con molte università italiane.

Che cos’è la doppia piramide alimentare e come leggerla

La piramide, lanciata dalla Fondazione e basata sul database del progetto Su-Eatable Life, mostra come l’adozione di una dieta sana e variegata dia benefici non solo alla salute delle persone ma anche a quella dell’ambiente, con un risparmio di quantità elevatissime di acqua ed anidride carbonica.

La doppia piramide alimentare è costituita da un lato dalla piramide della salute che ordina gli alimenti in 18 gruppi alimentari e in sette strati e, dall’altro lato capovolta, dalla piramide del clima che, allo stesso modo, ordina gli alimenti, questa volta, però in base al loro impatto ambientale calcolato in impronta di carbonio.

Osservando l’immagine è facile capire come gli alimenti da assumere con maggiore frequenza per avere benefici sulla salute siano in genere anche quelli che abbiano un minore impatto ambientale.

È consigliato, perciò, ridurre il consumo di carni, specialmente quelle rosse derivanti dai ruminanti, bovini su tutti, i cui allevamenti sono i principali responsabili, all’interno del settore primario, di produzioni di gas che contribuiscono all’effetto serra.

Dunque, è preferibile il consumo di frutta, verdura e cereali integrali, seguiti da frutta secca e semi, olii vegetali non tropicali, cereali raffinati a basso indice glicemico e latte fermentato. A seguire, i legumi e il pesce che sono le fonti preferite di proteine, seguiti da pollame, uova, latte e formaggio.

Molto passa, quindi, anche dalle scelte che fai tutti i giorni a tavola e, come già detto nel precedente articoloLa riduzione dello spreco alimentare in Italia con la legge Gadda e la digitalizzazione“, è importante ricordarsi che anche la somma di tanti piccoli contributi possono portare al raggiungimento di un gran risultato.

© IL QUOTIDIANO ONLINE 2021 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Vincenzo Oliva

Classe '97, studente della facoltà di “Scienze e Tecnologie Alimentari” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Residente a Casali di Roccapiemonte, in provincia di Salerno, è appassionato di cibo ed alimentazione. Da sempre molto legato al territorio campano, ne apprezza arte e tradizioni, oltre che il cibo tipico. Nel tempo libero svolge l’attività di arbitro di calcio, infatti, è attualmente iscritto all’Associazione Italiana Arbitri alla sezione “N. De Felice” di Nocera Inferiore. Curerà la rubrica “Pianeta Food”

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