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Il Lambiccato: il vino dolce di Castel San Lorenzo (SA)

Il lambiccato era il vino della festa contadina, quello della domenica, quando ci si concedeva il lusso dei dolci a tavola

Si tratta, infatti, di un vino dolce in grado di conquistare un’ampia platea per la sua dolcezza e per il contestuale tenore alcolico relativamente basso (9% vol.)

Questo particolare vino, che si fregia della denominazione Castel San Lorenzo DOC, si ottiene da uve di Moscato bianco, le quali sono aromatiche e profumatissime che vengono raccolte già da fine agosto.

Il termine Lambiccato deriva dal “lambicco”, un saccho di juta o canapa, il quale veniva utilizzato per filtrare il vino lentamente, goccia a goccia. In chiave moderna questo vino viene prodotto con la temperatura controllata e stoccato, poi, nei serbatoi d’acciaio coibentati. Successivamente viene filtrato, stabilizzato ed imbottigliato. La sua commercializzazione può avvenire già a dicembre. Infatti nel periodo natalizio, assai abbondante di dolci, viene consumato tantissimo dai suoi estimatori.

Questo vino da dessert (ma non solo) si presenta di colore giallo paglierino poco carico. Al naso è molto intenso e aromatico e regala note fruttate di pesca, fiori bianchi e miele che accompagnano leggere note di erbe aromatiche come la salvia. Ben equilibrato ed armonico è, quindi, un vino da dessert ideale in abbinamento a dolci a pasta lievitata o a creme ed adatto anche a sposarsi con i formaggi freschi come la ricotta accompagnata alla dolcezza del miele.

Prodotti come il Lambiccato sono prodotti eccelsi che raccolgono una grande eredità contadina che merita di essere celebrata e valorizzata anche al di fuori del territorio nazionale.

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di Sergio Claudini

Classe 2000. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Classico “G. B. Vico” di Nocera Inferiore, nel 2019 si iscrive alla facoltà di “Scienze dei Beni Culturali”, indirizzo archeologico, all’Università degli Studi di Salerno. L’amore verso l’arte e la bellezza in generale, lo ha spinto fin dai banchi del liceo a coltivare diverse passioni, prime fra tutte la lettura, la scrittura e il teatro. Muove i primi passi nel campo dell’attivismo studentesco, entrando a far parte del collettivo “Nessun Esclus”. Inizia ad occuparsi dell’organizzazione di eventi per sensibilizzare sulla discriminazione di genere, ma anche manifestazioni studentesche e proteste ambientaliste, tra cui quelle organizzate da “Fridays For Future”. Un laboratorio che lo ha condotto verso nuove realtà associative, tra cui, l’associazione “Ridiamo vita al castello”. Coniuga gli impegni scolastici con quelli associativi, cavalcando l’onda di una crescente passione che tuttora lo alimenta e gli dà la grinta necessaria per indignarsi e provare a cambiare alcuni aspetti della realtà che lo circonda. Per lui, i sogni non vanno depositati sottochiave in un cassetto, anzi, devono essere realizzati. Curerà la rubrica “Noi siamo Tempesta: parola ai 2000”

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