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La Faida: musica e riscatto della giovane band

Immaginate l’America, quella della West Coast, dove le spiagge deserte sono più lunghe di qualsiasi meridiano esistente, e le strade si susseguono a non finire in una serie indefinita di paralleli. Pensate di essere seduti al “Whisky a Go Go”, storico locale di Los Angeles che ha visto J. Hendrix, i The Doors, e ancora, gli Oasis, i Black Sabbath e gli Europe

È in questo luogo magico, che ha fatto la storia del rock e del metal, dove nasce “La Faida”.

Due band, i Red Riot e i Tracy Grave si incontrano, suonano, si esibiscano sul palco e subito nasce un’alchimia segreta, una sorta di affinità elettiva che poi si trasforma in realtà. Si delinea una formazione vincente: Ivan Grave, voce, Lexy Riot al basso, Max Power e JJRiot alla chitarra, Scar alla batteria.

Il periodo pandemico del 2020 sembrava, che avesse nebulizzato tutto in una sfera di cristallo, in cui anche la speranza di dare spazio alla propria creatività ed inventiva, era immobile. Ciononostante, questi giovani ragazzi, che non sono nati per arrendersi, hanno continuato imperterriti, fino a quando Ivan, trentaquattrenne sardo, approda sul continente e, producendo prima un EP di 4 brani insieme a Lexy e a Max, diventa poi ufficialmente il solista de “La Faida”, lasciando i “Tracy Grave”.

Appena un anno dopo, nell’estate del 2021, la band ha lavorato per un singolo insieme a Pietro Foresti, già precedentemente vincitore del titolo “best rock producer 2016” e all’inizio di questo mese hanno preso parte al tour di apertura della “Strana Officina”, con tappa a Matera, Roma e Napoli.

Il 2022 sarà l’anno de “La Faida”, non solo uscirà il loro singolo, ma ci sono in cantiere anche una serie di progetti musicali, da non perdere.
Sentiremo per tanto tempo ancora parlare di questo gruppo musicale, che fa delle note e degli strumenti, sangue corpo e spirito, di cui nutrirsi. La loro ragione di vita è la musica, intesa come denuncia sociale verso un paese ed un sistema socio-economico, che ti ingabbiano in logiche classiste, senza lasciare spazio a metodi e pensieri divergenti.

Dietro quelle borchie, i ricci a a cascata e gli occhi pieni di rabbia e speranza, ci sono giovani, che nel sacrificio quotidiano, realizzano i loro sogni.

La Faida, un gruppo da seguire, della musica da ascoltare e dei ragazzi da sostenere.

© IL QUOTIDIANO ONLINE 2021 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Sergio Claudini

Classe 2000. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Classico “G. B. Vico” di Nocera Inferiore, nel 2019 si iscrive alla facoltà di “Scienze dei Beni Culturali”, indirizzo archeologico, all’Università degli Studi di Salerno. L’amore verso l’arte e la bellezza in generale, lo ha spinto fin dai banchi del liceo a coltivare diverse passioni, prime fra tutte la lettura, la scrittura e il teatro. Muove i primi passi nel campo dell’attivismo studentesco, entrando a far parte del collettivo “Nessun Esclus”. Inizia ad occuparsi dell’organizzazione di eventi per sensibilizzare sulla discriminazione di genere, ma anche manifestazioni studentesche e proteste ambientaliste, tra cui quelle organizzate da “Fridays For Future”. Un laboratorio che lo ha condotto verso nuove realtà associative, tra cui, l’associazione “Ridiamo vita al castello”. Coniuga gli impegni scolastici con quelli associativi, cavalcando l’onda di una crescente passione che tuttora lo alimenta e gli dà la grinta necessaria per indignarsi e provare a cambiare alcuni aspetti della realtà che lo circonda. Per lui, i sogni non vanno depositati sottochiave in un cassetto, anzi, devono essere realizzati. Curerà la rubrica “Noi siamo Tempesta: parola ai 2000”

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