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Conversazione con Anna Coppola, la beauty make-up artist dotata di grande talento e versatilità

«Le persone sono tele già scritte. Faccio in modo che s’affidino a me, ma è anche giusto ascoltarle»

Anna Coppola, make-up artist 

Sin da piccola sognava di diventare ciò che è: una truccatrice che risiede a Bologna, che vanta già esperienze internazionali e specializzata nel beauty, ovvero il trucco della moda. 

Anna Coppola ha mosso i primi passi nel mondo del teatro, e continua a recitare: palcoscenico e make-up non vanno mai scissi! 

Infatti, quando ha iniziato a prendere parte ai primi spettacoli si cimentava a truccare i compagni di scena, già con immenso talento.

Dal lavoro in un’azienda per Sephora Italia alla moda (da lei considerata arte comunicativa), al fashion e al cinema, la make-up artist dimostra molteplice versatilità pluridirezionale! 

Nel prossimo weekend a Bologna parteciperà come spettatrice al Cosmoprof Worldwide, una fiera sul mondo della cosmetica e dell’estetica che si terrà precisamente dal 16 al 20 Marzo. 

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

«Da sempre il mio sogno nel cassetto è stato diventare una truccatrice, anche perché m’è sempre piaciuto il contatto con le persone. Tuttavia, voglio parlare di sogno semi-realizzato, perché secondo me c’è sempre da imparare. Bisogna sentirsi a metà percorso per poi arrivare all’eccellenza. Fare la truccatrice è sempre stato il mio sogno da quando compravo le bambole a metà testa, con quella facciona che dovevi truccare. Facevo certi disastri (ride)». 

Ancora oggi si parla dell’arte del make-up con superficialità, perché si tende a considerare il trucco come apparenza. Io credo che sia essenza, anche perché di base non sfugge mai un disegno. Sei d’accordo?

«Sì, tra l’altro ho sempre avuto la passione per il disegno. Il trucco è creazione e trasformazione, ma a me piace valorizzare la persona, valorizzandone i punti forti. Spesso si vanno a nascondere difetti che vede soltanto la persona stessa. Le persone, poi, sono già opere d’arte».

Ma se la persona è già un’opera d’arte come s’inserisce il trucco nel discorso artistico?

«S’inserisce perché molto spesso non ci rendiamo conto del fascino che abbiamo, e quindi non riusciamo a valorizzarci nel modo giusto. Però, se c’affidiamo alla persona che ci fornisce delle soluzioni con occhio diverso, allora ognuno di noi può diventare un’opera d’arte, perché quel piccolo difetto può diventare un pregio, e viceversa. Da piccolissima mi piaceva disegnare, ma mi sono accorta che il disegno non può prescindere dalla matematica, mentre il trucco secondo me va distinto dalla sezione pittura. Prima miscelavo le due componenti, volevo a tutti i costi sempre disegnare in modo eccelso. Il trucco ha dei volumi, delle sfumature, mentre il disegno è un pochino più tecnico».

Com’è cambiata la tua vita quando ti sei trasferita a Bologna?

«Mi sono subito innamorata di questa città, dei suoi tetti e delle sue case tutte rosse. Ho iniziato a frequentare l’Accademia del Cinema nel reparto trucco, un’esperienza che mi ha insegnato tanto. Da lì non mi sono mai fermata, perché soltanto l’accademia non ti dà una formazione al cento per cento. Ho fatto, in seguito, un breve master con l’accademia a New York. Lì ho imparato ad usare l’aerografo. Sembra una penna, ha un flusso più leggero, consente di fare correzioni pazzesche (eventualmente, anche di tatuaggi) ed è molto igienico. La sua efficienza e rapidità è stata percepita ancora di più nel periodo covid».

Cambiano le regole del trucco negli USA?

«Lì il make-up artist quando fa un’accademia la fa supercompleta e diventa anche un hair stylist: questo invidio degli USA, perché un truccatore in America acquisisce più competenze, occupandosi anche di capelli, ad esempio. Purtroppo, in Italia, soprattutto nel mondo della settima arte, i due settori sono molto divisi e non sei nemmeno visto di buon occhio se hai entrambe le competenze. Insomma, in Italia il truccatore deve fare il truccatore e il parrucchiere il parrucchiere. In quest’ultimo anno ho intrapreso l’attività relativa alle acconciature, ma non sono una parrucchiera, solo un’acconciatrice»

Come mai questa profonda differenza tra USA e Italia, secondo te?

«Immagino sia dovuto a vissuti negativi. Comunque nel mondo del cinema vige ancora questa visione, mentre nel mondo della moda non più»

Ti è capitato di far parte del cast di un film o di un video-clip musicale?

«Ho avuto la fortuna di lavorare nel teatro e nel cinema. A teatro ho truccato gli attori di un musical, Mamma mia, e sono stata bene, era una grande famiglia. Ho fatto parte del cast di un film di Marco Santarelli che ancora deve uscire, ma sarà distribuito nelle sale nel 2023. Ho truccato le comparse. Solitamente, infatti, nel mondo della settima arte c’è il capo reparto degli attori principali e quello delle comparse. In quel caso ho assunto quest’ultimo ruolo. Poi, ho fatto parte anche del cast del film su Enzo Ferrari interpretato, tra i vari, anche da Adam Driver, Patrick Dempsey e Penélope Cruz. Anche in quel caso truccavo le comparse». 

Ti auguro un giorno di truccare anche loro! Hai truccato, invece, cantanti?

«Mi è capitato di truccare giovani che volevano emergere in campo musicale, per cui ho lavorato anche in video-clip musicali. Ho truccato anche ballerini in questi video, ma anche bambini in una pubblicità di Expert».

È più difficile truccare i bambini?

«Dipende, io amo i bambini, soprattutto quelli più piccini, riesco a coinvolgerli, a catturare la loro attenzione. Sono felice di poter dire che presto diventerò mamma anch’io».

Questa è davvero una splendida notizia: i migliori auguri da un amico da una vita, con tanto affetto! E, sempre in bocca al lupo per tutto, dalla vita alla carriera artistica!

«Grazie mille Christian, davvero, viva il lupo. Voglio solo aggiungere che sto preparando dei mini corsi di auto-trucco con poche persone, insegnando a valorizzare tutti i giorni il proprio viso con dei piccoli step. Seguitemi su Instagram e Facebook @ainemakeup, ci sono mille novità in cantiere!».     

Ringraziamo l’artista anche per averci fornito le fotografie. 

Per saperne di più, clicca al link sulla conversazione: 

https://fb.watch/jgoFIREH3H/

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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