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Agro nocerino – Il nobile impegno di Carbon Negative a tutela dell’ambiente

Un gruppo di giovani volontari che sogna città green e ricche di alberi

Oggi, 17 giugno, si celebra la “Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità”, istituita dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione. L’intento è di rivolgere maggiore attenzione alle problematiche ambientali e incentivare la popolazione ad agire attivamente nel ripristino di equilibri fondamentali per la sopravvivenza del genere umano.

Negli ultimi anni è cresciuta la necessità di impegnarsi in attività di tutela ambientale. Anche nel proprio piccolo e con accorgimenti individuali si può fare la differenza contribuendo al miglioramento di una situazione ormai troppo compromessa. Tuttavia, unendo le forze si vengono a creare realtà degne di nota: una di queste è quella attiva sul territorio dell’Agro nocerino-sarnese dove alcuni giovani si impegnano concretamente nella piantumazione di alberi che assorbano CO2. Il nome di quest’organizzazione è Carbon Negative e il presidente Francesco Nota ha precisato alcuni aspetti significativi della loro attività in quest’intervista.

Quando e come nasce Carbon Negative? Qual è lo scopo che si prefigge?

«Il gruppo è stato costituito nel novembre del 2019 quando, da una chiacchierata tra amici, abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa per la natura e, in particolar modo, per contrastare i cambiamenti climatici, almeno nel nostro piccolo. Ogni persona aveva una motivazione diversa e personale ma il fine era lo stesso. Per questo ci siamo riuniti trovando un’unica soluzione che è quella di piantare alberi. Gli alberi forniscono tutta una serie di “servizi” a livello naturale: assorbono CO2, rinfrescano l’aria, producono ossigeno, riducono il rischio idrogeologico, aumentano la biodiversità e tanto altro ancora. Piantiamo alberi di piccole dimensioni può sembrare un piccolo gesto, ma tra alcuni anni anche un singolo albero potrà fare la differenza a livello locale. Tutte le risorse che noi utilizziamo come l’ossigeno, l’acqua, il cibo si basano su un ciclo su cui la società si è costruita: se si distrugge questo ciclo possiamo dire addio a tutto il resto».

Il vostro è un fine molto nobile, ma anche dispendioso visto il costo di un singolo albero. Da dove attingete i fondi per portare avanti la vostra mission?

«Il gruppo si autofinanzia in questo progetto. Abbiamo già piantato più di trecento alberi e miriamo a piantarne molti altri. Grazie ai nuovi soci, possiamo contare su maggiori risorse e per questo in autunno riusciremo ad aumentare il numero di alberi piantati. In estate morirebbero perché non avrebbero abbastanza acqua. Oltre all’autofinanziamento, ci sono state anche piccole donazioni devolute in favore della nostra causa».

Immagino che anche la scelta della specie da piantare e il luogo siano fondamentali per la buona riuscita della vostra azione e per la sopravvivenza stessa della pianta.

«In città gli alberi piccoli vengono tagliati subito. Un albero nasce quasi come un filo d’erba e anche a tre/quattro anni alcune specie assomigliano più a dei cespugli che a degli alberi. Da questo abbiamo imparato che dobbiamo scegliere bene il tipo di albero per evitare di vanificare il nostro lavoro. Cerchiamo di mettere specie locali resistenti alla siccità, al caldo. La speranza è che un quarto delle piante sopravvivano. Quelle che sopravvivranno porteranno semi in futuro e riusciranno a fare cento volte il nostro lavoro perché da quelle piante nasceranno nuove piantine e si incomincerà a ricreare quell’ecosistema che è andato perso. È un processo lento che richiederebbe una mobilitazione imponente».

Dei trecento alberi piantati, molti sono sulle colline di Castel San Giorgio, altri sono a Nocera Inferiore.

«Purtroppo a Nocera non c’è molto spazio per la piantumazione. Le due fortune di questa città sono la Collina del Parco e Monte Albino: posti stupendi che si mantengono miracolosamente intatti visti i numerosi incendi sulle montagne circostanti».

Carbon Negative è composta soprattutto da giovani. Credi che i giovani siano più sensibilizzati verso i temi ambientali? Le nuove generazioni saranno portatrici di cambiamento?

«Penso di sì perché saranno obbligate. Qualsiasi altro futuro che verrà considerato è un futuro disastroso. In alcune nazioni, con la giusta “educazione ambientale”, i ragazzi sanno molto di più degli adulti. Bisognerebbe partire dalle scuole con programmi che mirino prima di tutto alla presa di coscienza del problema e poi ai rimedi per arginarlo. Le soluzioni a livello globale ci sono, ciò che manca è la conoscenza di quali siano e di come applicarle. Ad esempio, non tutti conoscono i benefici degli alberi, ma uno immediato di cui ci si può rendere conto da soli è il fatto che d’estate, all’ombra di un albero, si percepisce facilmente la differenza di temperatura. Tutto ciò non è dato solo dall’ombra, ma in realtà le foglie degli alberi producono una respirazione che è come “un venticello molto leggero”. Su larga scala, parlando di montagne e di colline, la respirazione degli alberi crea quasi un effetto di condizionatore naturale».

Con sempre maggiore frequenza vengono istituite queste giornate simboliche che aiutano a sensibilizzare, come quella di oggi dedicata alla lotta alla desertificazione e alla siccità. Visto che è una lotta che Carbon Negative ha fatto propria, come vivete questi momenti di riflessione?

«Queste giornate stimolano la discussione. La prima cosa che facciamo è discutere tra di noi perché ogni persona ha conoscenze diverse, quindi scambiamo opinioni per imparare ognuno dall’altro. Tutti i membri del gruppo hanno qualcosa di interessante da dire anche in termini di esperienza personale».

Dunque la vostra realtà non è solo improntata sull’agire ma lavora anche nel dietro le quinte attraverso un confronto continuo?

«Il confronto è fondamentale. Bisogna valutare insieme e cercare di andare sempre in un’unica direzione. Ci sono tante soluzioni a questi problemi, però per noi la soluzione più facile e anche più economica è piantare alberi. Inoltre, fare gruppo è importantissimo perché da soli si può avere più paura del giudizio altrui. Non si tratta di essere ambientalisti, si tratta di avere buon senso. Di persone che hanno buon senso ce ne sono molte, serve solo motivarle riuscendo a creare una struttura organizzativa che faccia partecipare tutti in un qualcosa che richiede veramente la partecipazione di tutti».

A nome di Carbon Negative, quale monito vorresti lasciare ai lettori?

«Amare la natura e capirla. La società, il profitto e tutti gli altri interessi devono essere messi in secondo piano e considerati solo dopo aver creato organizzazioni che rispettino la natura e anche le risorse che ci fornisce».

La natura ci viene incontro e ci porge la mano innumerevoli volte, rinnovandosi nonostante i nostri abusi: spetta a noi cogliere la sua infinta magnanimità e cambiare atteggiamento nei suoi confronti. Citando le significative parole di Madre Teresa di Calcutta: «I nostri piccoli gesti quotidiani sono solo una goccia nell’oceano, ma se questa goccia non ci fosse all’oceano mancherebbe».

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di Licia Crispini

Classe '96, laureata in “Archeologia e Storia dell'Arte” all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Fin da piccola matura uno spiccato interesse verso l’arte, il teatro e la cultura che la spinge a cercare una strada in questa direzione, infatti, dal 2011, prende parte, nelle vesti di attrice, agli spettacoli messi in scena dall’associazione “Artenauta Teatro”. Continua la propria formazione teatrale attraverso la partecipazione a stage e seminari con attori di fama nazionale. Nel 2016 poi sceglie di condividere gli intenti di tutela e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico, in particolare del Castello del Parco Fienga di Nocera Inferiore e collabora attivamente alle iniziative dell’associazione “Ridiamo vita al castello”. Da pochi mesi è impegnata anche in un nuovo progetto concernente la promozione delle attività culturali e turistiche nei comuni dell’entroterra cilentano. Fortemente convinta che il primo passo verso la tutela sia la conoscenza, ritiene indispensabile avvicinare le persone alla riflessione sulle bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche e si impegna a diffondere i suoi ideali con passione per un mondo più sensibile all’arte, ergo migliore. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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