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Ante Litteram

“Ante Litteram”
di Marianna Sorrentino

 

Utilizzata nella lingua italiana in qualità di aggettivo, la locuzione avverbiale latina “Ante Litteram” è entrata a far parte del linguaggio quotidiano.
La locuzione latina significa letteralmente “prima della lettera” e fa riferimento all’uso, nelle prime edizioni a stampa, di effettuare una prova prima di incidere la didascalia vera e propria sulla matrice di rame.
In senso figurato, invece, viene utilizzata per definire opere e personalità artistiche e letterarie precorritrici di linee di pensiero successive.
La rubrica “Ante Litteram” nasce dalla volontà di (di)mostare come il Latino ed il Greco antico, ma soprattutto la cultura trasmessa attraverso e grazie queste due splendide lingue, sia attuale.
Esse sono parte del sistema immunitario dell’Occidente, essendo state collante e fissante di quanto di utile e di bello è servito all’Occidente per uno sviluppo armonico, nonostante gli scossoni della storia.
In un viaggio tra etimologie, aneddoti, citazioni e curiosità inerenti il mondo classico, la rubrica si propone come obiettivo quello di incontrare i grandi del passato, confrontarci con loro, scoprire il loro pensiero e ricoprirci.
“Non esistono lingue morte, ma solo cervelli in letargo” (L’ombra del vento – C.R. Zafón)

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L’occhio greco: una protezione contro il malocchio

Il famoso “Occhio Greco” (conosciuto anche come “occhio di Allah” o “Nazar”, nei paesi di cultura musulmana come la Turchia, o in inglese “Evil eye”), è uno dei più famosi amuleti del Mar Egeo Dalla forma rotonda e di colore blu, questo amuleto porta con sé un forte significato di protezione dalle avversità, dal malocchio e dal risentimento altrui. Guardandolo nei negozi di souvenir in Turchia ed in Grecia viene da chiedersi come mai questo potere protettivo venga affidato proprio ad un occhio. L’occhio rappresenta il nostro sguardo sul mondo ed il mezzo attraverso cui sviluppare pensieri, positivi o negativi …

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“Aprire il vaso di Pandora”: meglio sperare che disperare

“Aprire il vaso di Pandora” rappresenta una metafora comune nel linguaggio colloquiale moderno e significa compiere un’azione apparentemente innocua, ma che risulta avere delle conseguenze negative su numerosi soggetti: in primis noi stessi. Sebbene la frase sia molto comune, la genesi della metafora, risalente ad un mito greco, non è molto conosciuta. Il titano Prometeo (“colui che pensa prima”), volendo rendere gli uomini indipendenti dagli dei, rubò con l’inganno il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini. Zeus, volendosi vendicare del furto subìto, incatenò Prometeo ad una rupe, presso la quale ogni giorno giungeva un’aquila a mangiargli il fegato; quest’ultimo, …

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Capo Miseno: tra mito e bellezza

Protagonista di questo racconto è Miseno, personaggio mitico che dà il nome a Capo Miseno, il meraviglioso promontorio nella punta estrema del litorale flegreo tra Miseno e Bacoli che abbraccia il golfo di Napoli e le sue isole Procida e Ischia. A rendere Miseno un luogo ameno non è la sola bellezza paesaggistica, ma anche la tradizione mitologica ad esso legata. Miseno, figlio del dio dei venti Eolo e fedele compagno di armi di Enea, era il trombettiere dell’esercito troiano. Un giorno in cui la flotta era ormeggiata lungo le coste della Campania, Miseno si vantò con gli dèi di …

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Danzando libera come una Menade

Il Menadismo è uno dei fenomeni religiosi più misteriosi dell’antichità. Menadi o Baccanti erano definite le donne che, insieme ai satiri ed ai sileni, partecipavano ai riti orgiastici in onore del dio Dioniso, detto Bacco in ambito romano. Elemento caratterizzante di questi rituali, originari probabilmente della Tracia, era una frenesia inarrestabile che portava le donne a danze scomposte e all’estasi. Tale “entusiasmo”, definendolo alla greca, non era follia, come per molti anni si è creduto, ma una forma di invasamento divino. Le danze delle Menadi si svolgevano in luoghi liberi e selvaggi, come sul Parnaso a Delfi, ed ogni Menade …

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L’Avventura di “Ante Litteram” inizia “ab ovo”

La locuzione latina ab ovo significa, letteralmente, “dall’uovo” e viene usata per indicare qualcosa che parta “dalle origini”. Quest’espressione venne usata per la prima volta da uno dei più grandi poeti augustei, Orazio, nella sua Ars poetica. Egli la utilizza in riferimento ad Omero ed al suo modo di narrare. Orazio afferma che Omero non narrò la guerra troiana dalle due uova gemelle (nec gemino bellum Troianum orditur AB OVO), ma arrivando presto al cuore degli eventi (In medias res). Le uova a cui fa riferimento Omero sono quelle che, secondo la mitologia greca, furono generate da Leda dopo essersi …

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