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Conversazione con Luca Ferretto, lo @pseudoluca di TikTok e Instagram

“Se sei nei social ed esponi con qualsiasi video qualcosa e la gente ti commenta, tu devi dedicare una parte della tua giornata a rispondere, perché la gente ha perso tempo per commentarti”. – Luca Ferretto, tiktoker

Messo in cassa integrazione nel 2020, Luca Ferretto è l’esempio perfetto di chi sa reinventarsi con umiltà, ironia e spontaneità. Piace anche ai bambini pur non realizzando clip prettamente adatte a loro, ma comunque per tutti.

È attivo su TikTok ed Instagram. I suoi video satirici su Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, sono stati visti dalla persona interessata che si è divertita nel guardarli.   

Sei pseudoLuca, ossia un “falso Luca”: come mai questa scelta di nome d’arte?

«Mia mamma mi ha dato il nome Luca, perché le piacciono i nomi corti, ma i miei amici mi chiamano Ferretto. Una volta c’erano i giochi su Yahoo e dovetti, dunque, creare una mail con Yahoo. Il mio nome e cognome erano già occupati, così mi misi a cercare uno pseudonimo, uno “pseudo-nome” e digitando pensai a “pseudoLuca” a quel punto».  

Quindi questa scelta del nome è nata da una necessità: è una necessità anche la tua esigenza di esprimerti e di fare intrattenimento?

«Durante la pandemia ho scaricato TikTok, ma i miei primi video li definirei osceni. Poi ho cominciato a mettere degli estratti delle conferenze-covid del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e li commentavo in modo divertito, considerando che le sue conferenze erano degli show. Parlavo in veneto. Sempre in stile veneto ho continuato a fare video ironici».

Da uno pseudoLuca non ci si poteva non aspettare le famose “pseudo-interviste” a Zaia, che sono molto divertenti devo dire. Ti aspettavi questo successo quasi immediato?

«Sinceramente no, non mi piacevano i primi video relativi a Zaia che ho fatto, ma hanno cominciato ad attrarre pubblico, facendo da subito molte visualizzazioni. Poi sono stato contattato da una radio locale di Padova (“Stereocittà“, diretta dal noto deejay Tommy Vee) e per la prima volta sono stato ospite in una trasmissione radiofonica. Tutt’ora sono dentro a un progetto radiofonico».

La radio non si sgancia dai nuovi mass media, si evolve essendo al passo coi tempi. Grazie alla dinamicità di TikTok la radio ti è venuta incontro. Anche tu ti sei evoluto rispetto ai video con Zaia.

«Sì, ho cominciato infatti a fare video in cui riflettevo sull’attualità italiana (pandemia, green pass ecc…) e lo faccio ancora. Spesso ho coinvolto anche la mia ragazza».

Qual è secondo te il segreto per avere successo su TikTok?

«Fare video mostrando quel che piace alla gente. Ci vuole anche fortuna, certo, l’algoritmo conta, ma va pure solleticata, senza troppo aspettarla».

Cosa pensi ad oggi dei tre social Facebook, Instagram e TikTok?

«Facebook per me sta morendo. Funziona solo per i gruppi, le notizie e le vendite. Instagram riesce a comunicare con le persone, è molto interattivo come social. È migliore di TikTok a livello comunicativo, però quest’ultimo ti dà una visibilità stratosferica se fai le cose giuste. TikTok è il social del futuro, ma deve migliorare su svariati aspetti. Ti bannano, ti segnalano facilmente».

Cosa pensi della grande menzogna del cosiddetto “politicamente corretto”?

«È sempre giusto affermare quel che si pensa senza offendere nessuno».

Secondo te i social non possono diventare costruttivi al fine di trasformarsi in teatro di discussioni civili come se si stesse davanti ad una tazza di caffè a parlare pacificamente?

«Nel mondo del social, purtroppo, non c’è educazione, la quale dovrebbe partire, però, dalle scuole. Sarebbe ideale che gli influencer insegnassero nelle scuole, affiancando magari i docenti, che fare commenti negativi e maleducati sui social non fa di nessuno persone migliori».

A questo punto, se volete farvi due risate e riflettere da soli o in compagnia, seguite @pseudoluca su Instagram e TikTok!

Le fotografie ci sono state gentilmente concesse dall’intervistato.

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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