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Diocesi Nocera-Sarno, Don Smaldone e Alfonso Russo: avviato l’iter di beatificazione

Lo scorso 13 e 14 luglio si è insediato il Tribunale diocesano per le Cause dei Santi

Stiamo vivendo in un periodo particolare dove le tenebre sembrano avere il predominio sulla luce. La mancanza di punti di riferimento si è avvertita più che mai in questo periodo di pandemia.

Le persone si sentono disorientate perché non sanno a quale politico credere e quale virologo ascoltare. In questi momenti drammatici dell’esistenza umana abbiamo bisogno più che mai di donne e uomini da cui prendere ispirazione e su cui fare affidamento.

Abbiamo bisogno di persone sante! Ogni uno di noi è chiamato alla santità. Essere santi non significa avere poteri sovrannaturali o visioni mistiche. La santità è essere persone umane! I santi prima che essere degli eroi e personaggi dalle abilità miracolose erano persone umane, erano uomini e donne che riconoscevano in ogni essere vivente il valore profondo della vita. I santi durante la loro esperienza terrena sono riusciti ad ispirare la gente e ad infondere emozioni positive nelle persone che gli stavano attorno. La santità è umanità. La santità è empatia. La santità è credere nella vita.

Don Enrico Smaldone e di Alfonso Russo

Le storie di Don Enrico Smaldone e di Alfonso Russo si collocano perfettamente in questa dimensione. La profonda umanità e il mettersi sempre al servizio del prossimo accomuna queste due figure dalle esperienze e missioni diverse. Don Enrico, un presbitero che ha investito tutta la sua vita nell’educazione delle giovani generazioni. Alfonso, un laico che ha abbracciato le sofferenze degli altri e le ha fatte proprie. L’assistenza ai giovani di Don Smaldone ci richiama a non giudicare i giovani ed a credere nel futuro. La testimonianza del Cav. Russo ci insegna ad amare chi soffre e ci invita a reprimere il senso di repulsione per gli ammalati. 

Il Tribunale diocesano per le Cause dei Santi

La Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno per volontà di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Giuseppe Giudice ha avviato nei mesi scorsi (martedì 13 e mercoledì 14 luglio 2021) l’iter per la Causa di Beatificazione e canonizzazione di Don Enrico Smaldone e Alfonso Russo che ora godono del titolo di Servi di Dio. La Diocesi ha, inoltre, istituito il Tribunale per le Cause dei Santi che investigherà sulla vita e le opere di questi due esempi di umanità. Le attività d’investigazione vengono fatte seguendo due piste: ascoltando le testimonianze orali delle persone che hanno conosciuto i Servi di Dio e raccogliendo i documenti e gli scritti riguardanti i Servi di Dio.

Il Tribunale diocesano per le Cause dei Santi è uno strumento che i vescovi diocesani possono istituire come stabilito dalla Congregazione delle Cause dei Santi nella “Sanctorum Mater (Madre dei Santi) istruzione per lo svolgimento delle inchieste diocesane o eparchiali nelle cause dei santi” approvata nel 2007. L’istruzione si basa sulla Costituzione Apostolica “Divinus perfectionis Magister” promulgata da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983.

Il tribunale è composto da un delegato del vescovo, da un Promotore di Giustizia, da un notaio attuario, un’apposita commissione storica che raccoglie tutti i documenti che riguardano i Servi di Dio e i loro scritti e infine da due censori teologi.

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di Sergio Claudini

Classe 2000. Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo Classico “G. B. Vico” di Nocera Inferiore, nel 2019 si iscrive alla facoltà di “Scienze dei Beni Culturali”, indirizzo archeologico, all’Università degli Studi di Salerno. L’amore verso l’arte e la bellezza in generale, lo ha spinto fin dai banchi del liceo a coltivare diverse passioni, prime fra tutte la lettura, la scrittura e il teatro. Muove i primi passi nel campo dell’attivismo studentesco, entrando a far parte del collettivo “Nessun Esclus”. Inizia ad occuparsi dell’organizzazione di eventi per sensibilizzare sulla discriminazione di genere, ma anche manifestazioni studentesche e proteste ambientaliste, tra cui quelle organizzate da “Fridays For Future”. Un laboratorio che lo ha condotto verso nuove realtà associative, tra cui, l’associazione “Ridiamo vita al castello”. Coniuga gli impegni scolastici con quelli associativi, cavalcando l’onda di una crescente passione che tuttora lo alimenta e gli dà la grinta necessaria per indignarsi e provare a cambiare alcuni aspetti della realtà che lo circonda. Per lui, i sogni non vanno depositati sottochiave in un cassetto, anzi, devono essere realizzati. Curerà la rubrica “Noi siamo Tempesta: parola ai 2000”

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