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Intervista a Gennaro Nenna, segretario regionale del Partito Comunista campano

Ripercorriamo insieme le tappe che hanno portato il giovane politico Gennaro Nenna a diventare prima segretario della sezione “Antonio Gramsci” di Cava de’ Tirreni e poi segretario regionale del Partito Comunista in Campania

Quando hai maturato le tue posizioni politiche?

«Sono diventato comunista a circa 18 anni, ma mi interesso alla politica dall’età di 6, quando iniziai ad interfacciarmi con la politica grazie alla scuola e alla mia ex maestra d’italiano. Riflessioni e fatti personali mi hanno portato poi a leggere opere di Marx, Engels, Lenin e col tempo mi sono reso conto che molti, “a loro uso e consumo”, sfruttano Marx per scopi personali, senza magari neanche comprenderlo: il marxismo è altra cosa, è cambiare il mondo con e per gli altri».

Ripercorriamo insieme, dagli albori, alcune delle tue battaglie politiche.

«La prima lotta la cominciai con Rifondazione Comunista, più di 10 anni fa, per l’ospedale di Cava de’ Tirreni, ed è una battaglia che non si è ancora conclusa: non si molla mai. Andai via da Rifondazione nel 2013, perché non mi riconoscevo più nella linea politica e, sinceramente, nell’errata educazione dei giovani che passavano più tempo a “divertirsi” che non a costruire qualcosa di duraturo. Nel 2014 sono approdato nel Partito Comunista, guidato dal segretario, il compagno, Marco Rizzo. La prima cosa che facemmo quando aprimmo la sezione a Cava fu quella di ricordarci del partigiano cavese, non comunista, Sabato Martelli Castaldi, martire delle Fosse Ardeatine, letteralmente dimenticato dalla sinistra antifascista di questi ultimi anni: grazie all’azione del partito dopo cinque anni di lotte e di iniziative, anche convergenti con altre forze antifasciste della città, la Aula Consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni è stata dedicata finalmente a questo partigiano e ora vorremmo dedicargli un murales. A tal proposito vorrei ricordare la compagna Patrizia Rese, ex presidentessa del Circolo Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Cava de’ Tirreni, che ci ha lasciato un anno fa, come una delle persone più attive in questa lotta. Se si lotta con tenacia e perseveranza qualche risultato si ottiene sempre, anche se minimo».

Sulla questione Whirphool a Napoli qual è la tua opinione sulla mancata risposta del governo nazionale e dell’amministrazione comunale?

«Da Conte a Draghi, da De Luca a De Magistris, parliamo sempre di una politica asservita al capitale e alle grandi multinazionali: questa è la povertà della politica odierna. De Magistris ha fatto solo passerelle elettorali, come i 5 stelle, per “farsi vedere”, ma poi è scomparso; De Luca non pervenuto; i sindacati poi sono i peggiori che potessero capitare ai lavoratori i quali, purtroppo, si sono fidati delle promesse di sindacalisti e politici che, alla fine, non possono nulla contro il potere finanziario delle multinazionali. È brutto da dire ma per loro è finita, avrebbero dovuto occupare la fabbrica, resistere per esistere sul posto di lavoro: dispiace ma la realtà è cinica. Il governo cercherà altri investitori ai quali dovrà dare altri soldi pubblici e bisognerà sperare che questi non chiudano dopo un po’ di tempo e la morale della storia è che alla fine a rimetterci sono i contribuenti con soldi dati a privati e i lavoratori che rischiano sempre il posto di lavoro alla prossima crisi o scusa del padrone».

Il Partito Comunista in Campania che obiettivi vorrebbe raggiungere a breve, medio e lungo termine?

«Il Partito Comunista è il partito della classe operaia e dei lavoratori tutti, pubblici e privati, dunque, vogliamo radicarci quanto più possibile tra i lavoratori per mantenere aperta la questione del lavoro e un punto di vista alternativo da quello della destra e della sinistra. Ultimamente abbiamo seguito la questione della “Maccaferri” a Bellizzi, per sostenere il diritto al lavoro di 40 operai mandati in mezzo a una strada dal padrone. Adesso ci stiamo interessando alle questioni dell’inquinamento e dell’ambiente come la “Terra dei Fuochi” e stiamo cercando di parlare coi lavoratori della sanità. Viviamo in una regione piena di fiumi inquinati, per colpa di aziende che inquinano e che, magari, sfruttano i lavoratori: noi siamo l’unico partito in Campania ad affermare che le aziende che inquinano debbano essere espropriate, bonificate e affidate ai lavoratori, e chi inquina ovviamente dev’essere punito in maniera esemplare. Il cammino è lungo ma siamo in marcia».

Approfondiamo la questione della sanità regionale e locale.

«Abbiamo fatto un presidio all’“Ospedale dei Pellegrini” di Napoli, siamo in contatto con alcuni medici, ci stiamo interessando alla situazione della sanità a Caserta, ma siamo all’inizio perché il problema è vasto. A Cava, come da altre parti, c’è una battaglia in corso sull’ospedale: il problema è che si è cominciato a svuotarlo dall’interno tagliando personale ed attrezzatura per poi arrivare a prospettare chiusure a causa del suo non funzionamento, è la politica del Partito Democratico questa, guidata dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che vuole depotenziare i centri medici territoriali per accentrarli a Nocera Inferiore e a Napoli. Noi pensiamo che sia necessario a prescindere, vista anche la situazione, avere una sanità di prossimità, più vicina ai cittadini, che li porti a curarsi meglio e a vivere meglio».

Qual è la tua posizione sulle politiche culturali in Italia?

«Se noi investissimo di più sulla cultura avremmo decisamente più posti di lavoro: l’Italia è piena di bellezze, alcune sono anche sconosciute ai più e ogni anno che passa la lista dei tesori del nostro Paese aumenta in maniera esponenziale. Ma siamo onesti: l’Italia non è un Paese che può vivere di solo turismo, servono anche fabbriche e un rilancio del settore agricolo. Bisogna trovare un compromesso e, a tal proposito, mi viene in mente Pontecagnano Faiano che, essendo stata una città etrusca di frontiera di grande rilevanza, ha molte tracce della sua storia: il suo sindaco, tuttavia, pensa più alla gestione dell’immondizia e a far costruire un aeroporto inutile piuttosto che a trovare una sintesi tra la natura agricola e la propensione archeologica e marina del posto. Noi del Partito Comunista abbiamo rilanciato dicendo che se Pontecagnano è come Pompei, visti gli scavi che stanno venendo fuori, è giusto investire negli scavi, se a Pompei si fanno i milioni con la cultura, perché non fare la stessa cosa a Pontecagnano Faiano? Ma il Partito Democratico pensa solo all’immondizia e all’aeroporto, le stesse cose che farebbe la destra».

Dal punto di vista internazionale, quali sono le posizioni del Partito Comunista?

«Il PC italiano ha rapporti con tantissimi partiti comunisti del mondo, fa parte della rete internazionale Solidnet, la quale raggruppa quei partiti che si rifanno al movimento operaio internazionale, ma soprattutto fa parte dell’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa, una piccola “internazionale” che raggruppa tutti i partiti che si rifanno al marxismo-leninismo della quale il nostro partito è fondatore e membro della segreteria. Appoggiamo tutti quei Paesi dove si sta cercando di costruire una società socialista e che combattono contro l’imperialismo a guida NATO. Ad esempio, siamo solidali con Cuba socialista che sta attraversando un momento molto difficile, sia per la crisi legata al Covid-19 sia per il criminale embargo che gli USA attuano da più di 60 anni: per questo stiamo organizzando una campagna di sensibilizzazione e di raccolta di materiale medico da inviare presso l’isola».

Cosa avete in programma in ultima istanza?

«Stiamo organizzando delle manifestazioni a supporto degli operai della “Fincantieri” di Castellammare di Stabia per difendere una delle ultime unità produttive più importanti del Meridione, parliamo di quello che era il Regio Arsenale, ovvero la più antica fabbrica di navi intesa in senso moderno con più di due secoli di storia. Adesso poiché devono realizzare il porto turistico vogliono sottrarre spazio a “Fincantieri”, ridimensionarla per avere la scusa per fare il porto turistico che starebbe meglio a Torre Annunziata al fine di rilanciare economicamente quel territorio».

Si prospetta un “autunno caldo” ad ottobre per il problema dello sblocco dei licenziamenti dei lavoratori. Il green pass, poi, è un ulteriore modo per affossare l’economia italiana, il vostro segretario Marco Rizzo si è detto contrario a quest’ultimo strumento, per quanto concerne, invece, il primo problema che ho esposto cos’ha intenzione di fare il Partito Comunista in Campania?

«Abbiamo cominciato con una campagna contro Confindustria a Salerno e a Napoli, vedremo di farle anche ad Avellino, Benevento e Caserta. Vorremmo coinvolgere tutte queste vertenze territoriali che ci sono per lo sciopero del 18 Settembre e per portarle il 30 Ottobre a Roma in occasione della manifestazione nazionale contro l’Unione Europea, le misure sulla sanità e sul lavoro, così da aumentare la coscienza collettiva dei lavoratori».

Quindi, in definitiva, cosa vogliamo comunicare a chi leggerà quest’intervista ?

«Purtroppo viviamo ancora in un mondo dove si crede che ci siano i “buoni e i cattivi”, dimenticando che esiste prima di tutto ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. C’è chi pensa che sia giusto che vi siano i padroni senza capire che i padroni da soli non fanno niente e che la società non è nulla senza l’apporto fondamentale dei lavoratori: pensaci, se una fabbrica non ha il padrone ma ha i lavoratori e i macchinari, può andare avanti? Assolutamente sì, ma se nella fabbrica mancano i lavoratori quella fabbrica si ferma e così la produzione, e così la ricchezza. E poi, da dove prende i soldi l’imprenditore, il padrone, per aprire la fabbrica se per caso non ne ha? La risposta è semplice: dalla ricchezza sociale generale prodotta dai lavoratori, cioè da quella che chiamiamo “collettività”. E se il padrone ha già soldi da parte perché nato da una famiglia ricca, io dico che bisogna vedere come ha fatto quella famiglia a diventare ricca, ovvero capire attraverso quali “mezzi”, quali leggi statali e opportunità, è riuscita a raggiungere quel livello di ricchezza, e su questo dico che per una famiglia ricca che c’è ve ne sono 1000 povere, questo perché la ricchezza di pochi non può che basarsi sulla povertà di moltissimi, e questo è il capitalismo, ovvero lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, cosa che dobbiamo assolutamente combattere ed abbattere. Se così non sarà andremo sempre di più verso la barbarie sociale e culturale, con gravissime e tragiche conseguenze».

Grazie Gennaro, un dialogo pieno di spunti e riflessioni, sperando che le cose cambino col tempo!

«Grazie a te Christian, non si molla mai!»

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di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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