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La fisica al servizio dell’arte

Le applicazioni della fisica delle particelle ai beni culturali permettono di ottenere importanti informazioni sulla realizzazione di un’opera d’arte e non solo

Le opere d’arte affascinano da sempre studiosi e appassionati non solo per la loro bellezza senza tempo e per il loro valore inestimabile, ma anche perché raccontano il nostro passato aiutandoci a capire com’era il mondo prima di noi e come siamo cambiati nel corso del tempo. Oltre a ciò che mostrano, è fondamentale, provare a scoprire cosa nascondono. Guardando oltre la superficie visibile, alla ricerca di indizi utili a ricostruirne la storia passata, è possibile scoprire molto sulla realizzazione dell’opera stessa. Gli scienziati giocano un ruolo importante nel mettere a punto tecniche in grado di svelare i segreti più affascinanti e nello sciogliere talvolta i dubbi più assillanti di molti storici dell’arte. 

Tecniche utilizzate per analizzare opere d’arte e di interesse storico 

Esistono delle tecniche, definite IBA (con fasci di ioni), che permettono di analizzare la composizione di un materiale. Questo viene usato come bersaglio grazie a un fascio di particelle prodotto con un acceleratore. Le particelle del fascio interagiscono con gli atomi del materiale producendo una radiazione di energia caratteristica per un determinato elemento. Studiando tale radiazione è possibile quindi riconoscere e quantificare gli elementi presenti nel campione. Analizzare un’opera d’arte o di interesse storico è fondamentale perché permette di conoscere le tecniche impiegate dall’artista, di effettuare datazioni e autenticazioni oltre che ricavare informazioni per ricostruirne la storia. Conoscere un’opera d’arte tramite queste tecniche permette inoltre agli esperti di poter individuare le procedure di restauro e conservazione più appropriate. Sono tecniche non invasive né distruttive che permettono di analizzare un’opera d’arte senza prelievi di materiale e senza arrecare danni permanenti. 

Esempi di applicazioni 

A questo tipo di analisi si prestano molto i dipinti su tela permettendo di studiare la composizione dei pigmenti usati e le tecniche di realizzazione dell’opera. Anche i disegni su carta preparata così come filati metallici possono essere analizzati con fasci di particelle. Inchiostri e miniature in antichi manoscritti e documenti storici traggono beneficio da questo tipo di indagini, anche per determinarne l’autenticità. L’inchiostro blu, ad esempio, utilizzato nelle scritture sacre medievali ha mostrato che l’utilizzo di lapislazzulo non aveva solo a carattere decorativo ma anche di prestigio. Il 4 luglio del 1994, il rivelatore Amptek XR-100 approda su Marte per sondare il terreno roccioso durante una delle tante missioni spaziali sul pianeta rosso. È stato così possibile determinare la composizione del suolo marziano analizzando la radiazione emessa dai campioni analizzati con fasci di particelle. 

© IL QUOTIDIANO ONLINE 2021 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Marianna Fusco

Una mente scientifica e un'anima letteraria, affascinata da qualsiasi cosa abbia una storia da raccontare. Curerà la rubrica “Reticoli di Idee”

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