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Quella dimora nobiliare che sorge nell’antica Fregonia

Signori, fasti, personalità, storie e bellezze di uno dei castelli più suggestivi e ben tenuti dell’avellinese

In posizione strategica e, perciò, conteso dai vari popoli e signori che vi si avvicendarono nel corso dei secoli, a cavallo tra le provincie di Salerno, Napoli e Avellino (di cui fa parte), vive il paese che ha dato il nome al Vallo di Lauro. Le già antiche origini storiche della cittadina sono precedute da quelle mitiche, che il sacerdote genovese Gianstefano Remondini, nella sua opera “Della nolana ecclesiastica storia”, pone in seno ad Eracle il quale, dopo aver fondato Ercolano, fu qui accolto dal popolo festante con rami di alloro e, a memoria di ciò, la cittadina divenne, da Fregonia, Lauro.
Su una roccia, a difesa di tutta la vallata, da più di mille anni il “Castel Lauri” affascina lauretani e non: nei suoi saloni hanno camminato i principi longobardi del Principato di Salerno; i Sanseverino, Conti di Caserta; i del Balzo, Conti di Avellino; gli Orsini, Conti di Nola; i Pignatelli e, infine, i Lancellotti. Le sembianze in cui ritroviamo oggi il maniero e il suo stile architettonico eterogeneo sono frutto delle ristrutturazioni volute da Filippo Massimo Lancellotti a fine XIX secolo, dopo circa settant’anni di abbandono.

All’interno delle mura e nei pressi dei cortili si svolgeva la vita del castello; ma era intorno alla cappella, costruita nel 1882 e dedicata alla Beata Vergine Maria, che gravitava la vita religiosa della famiglia Lancellotti, come testimonia il dipinto sull’abside che, a imitazione di un mosaico bizantino, ritrae Filippo Massimo Lancellotti, la moglie Elisabetta Aldobrandini e i figli attorno al Cristo Pantocratore.

Uno stile garbatamente eclettico caratterizza tutti gli ambienti e gli arredi del castello: dal baldacchino sorretto da colonne neoclassiche nella camera dal letto al camino in tufo aggiunto nel Salotto Rosso dagli inglesi che usarono il castello come base militare durante la Seconda Guerra Mondiale; dai dipinti allegorici di animali nella sala da pranzo ai rimandi pittorici a Roma, probabilmente per il particolare rapporto tra la famiglia Lancellotti e gli ambienti papali, nella stessa stanza.  

L’antica sala di rappresentanza, in cui sono dipinti gli stemmi delle famiglie che ressero Lauro e le vedute dei possedimenti dell’ultima di queste famiglie, svolge oggi il ruolo di Salone delle Armi, mentre nella Sala del Bigliardo spiccano le pareti verdi, intonate al panno del tavolo per il gioco delle biglie, e delle panche in legno con lo stemma dei Lancellotti. Lo stesso stemma si ripete finanche nella scuderia, una sorta di piccolo museo dell’antica arte ippica.

Ma è la biblioteca il vero cuore pulsante del castello: i libri mastri che racchiudono la storia del patrimonio del castello convivono con le pregevoli cinquecentine di autori classici latini e italiani e col settore dedicato alla storia pontificia.

Un’importante testimonianza, quella del Castello Lancellotti, in cui la storia e la bellezza sono valorizzate e proposte al grande pubblico grazie ai numerosi eventi culturali di cui è teatro, come il suggestivo “Lumina in castro”: centinaia di turisti visitano le fastose stanze, riscoprendone le vicende in modo coinvolgente. Anche Gina Lollobrigida, insieme ad Errol Flynn, ha attraversato le stanze del palazzo nel film “Il Maestro di Don Giovanni” (1953).

Assiduo luceat igne
(Risplenda di continuo fuoco)

Albio Tibullo

(Il verso troneggia sul camino della Sala delle Armi)

Alcune informazioni sono state riprese dal sito del Comune di Lauro: www.comune.lauro.av.it.

Le immagini sono state riprese dal sito www.castellolancellotti.it.

Si ringraziano Pierluigi Milosa, Antonio Ferraro e ProLauro per la collaborazione.

Il Castello Lancellotti non è il solo tesoro che Lauro custodisce. Scoprilo nell’articolo della prossima settimana.

© IL QUOTIDIANO ONLINE 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Rosa Elefante

Studentessa non ancora esaurita, idealista non ancora disillusa, sognatrice non ancora sveglia. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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