Tien bota! Ha fatto il giro d'Italia in questi giorni l'esortazione romagnola che incita a resistere, a perseverare senza arrendersi, a "tenere botta", appunto. Nei territori martoriati dall'alluvione della scorsa settimana è arrivata, insieme all'acqua, ancor prima della solidarietà della gente, la voglia di salvare il salvabile e ricominciare: un virtuoso esempio di resilienza, volendo usare un termine ormai modaiolo. È solo grazie al sacrificio dei romagnoli, in particolare degli agricoltori, che il centro storico di Ravenna è salvo e, insieme a lui, la storia di un «paese cui regnarono Guidi e Malatesta», come ricorda Pascoli, romagnolo doc, riferendosi alla sua terra. Tra tanta distruzione, fango e macerie, oggi la rubrica "Sentieri, storie e territori" omaggia Ravenna e la Romagna, terra di bellezza.
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Sarno – Il dovere di ricordare a 23 anni dalla tragica frana
Ricorre oggi il 23° anniversario dell’alluvione che, il 5 maggio 1998, provocò una delle più grandi tragedie italiane.
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