Il Rione Sanità, il cui nome deriva dalla salubritas della sua aria che sin dalla sua costituzione lo rese una delle zone più incontaminate di Napoli, non è solo uno dei 30 quartiere di Napoli, ma è l’espressione più viva ed autentica della napoletanità e delle contraddizioni ad essa intrinseche.
Subìta una grande trasformazione nei secoli, il Rione Sanità da area prescelta da ricchi borghesi napoletani per le proprie dimore (Palazzo San Felice e Palazzo dello Spagnuolo), è ora uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli.
A precedere l’ingresso al Rione Sanità, vi è il Borgo dei Vergini, uno dei mercati all’aperto più frequentati della città dove, mentre si acquista merce di ogni tipo, è possibile ammirare alcuni dei palazzi e delle chiese barocche più importanti di Napoli.
Addentrandosi nel Rione è impossibile non scorgere l’imponente Ponte Maddalena Cerasuolo, conosciuto da tutti come Ponte della Sanità.
Edificato agli inizi del 1800 da Gioacchino Murat, il ponte rappresentava il collegamento tra la Reggia di Capodimonte ed il resto della città senza addentrarsi nei vicoli della Sanità, peculiarità che ha permesso al Rione di conservare le sue caratteristiche originarie.
Forte è il rapporto tra i residenti del Rione Sanità ed il mondo dei morti.
Già dall’antichità fu considerato luogo ideale per la rappresentazione dell’inscindibile legame tra l’uomo e la morte, motivo per il quale nel sottosuolo del Rione Sanità si trovano una Necropoli greco-romana costituita da ipogei ellenistici e le Catacombe cristiane di San Gennaro e San Gaudioso che, oltre ad essere luoghi meravigliosi da visitare, rappresentano un’oasi di bellezza e riscatto grazie all’impegno di Padre Antonio Loffredo e dai 39 ragazzi della Cooperativa La Paranza.
Esperienza unica da non perdere nel Rione Sanità è quella al Cimitero delle Fontanelle dove si trovano migliaia di teschi umani risalenti alla peste che afflisse Napoli nel 1600.
Solo di pochi si ricorda il nome e la storia, ma quasi non importa perché grazie alle invocazioni benaugurali come “Requie, repuoso, refrische, cunzuolo” per favorire pace e serenità ai defunti presenti lì e grazie all’adozione e alla cura di una “capuzzella abbandonata”, chiunque in sogno poteva conoscere l’anima pezzentella a cui si era affidato, comunicare con essa, curarla ed affidarsi ad essa in cambio di protezione e favori.
Ciò che è stato descritto è solo parte di un contesto meraviglioso fatto di Napoletanità Verace, di Coraggio e Forza di Volontà da parte di chi sa bene che la Bellezza possa essere motore per un Riscatto Sociale, ma consiglio vivamente di vivere da testimoni diretti il Rione Sanità dove il mondo sotterraneo ed antico mescolato al presente diventa il motore della Rinascita.
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