«La comicità è una medicina: guarisce cuori e anime»
–Ippolita Baldini, attrice
La Lucy di Zelig, la Dodi di Benvenuti al Nord, l’Ippolita Baldini di sempre: la nota comica milanese, che si muove tra diversi palcoscenici italiani e che ha recitato in diverse commedie spassose di successo negli ultimi anni, non ha dimenticato la lezione dei grandi comici surreali della sua Lombardia come Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto.
Tuttavia, la sua vera ispirazione è da sempre Franca Valeri, mentre la sua maschera più divertente ed esemplificativa è la sghemba Lucy, sempre alla disperata e rocambolesca ricerca di una dolce metà.
Umile e genuina, l’artista si dedica anche al volontariato presso la mensa dei poveri di Milano.
Sul palco, in televisione e al cinema racconti Milano con ironia. Qual è il tuo rapporto con la tua città?
«Milano è la città dove sono nata, dove son stata coccolata e cresciuta. La trovo bellissima, la definisco una donna elegante. Tuttavia, Roma mi ha dato il concime per diventare un’attrice. Per sette anni sono stata alla Silvio D’Amico. È lì che ho maturato un’impostazione ben precisa».
Un incontro che ti ha segnato in accademia?
«Anna Marchesini: una donna densissima, nella luce e nell’oscurità. Era come un bassorilievo, di quelli con figure molto protese in fuori. Tante ombre, tante luci. Anch’io ho le mie ombre, le mie nostalgie. Per ironizzare su sé stessi, bisogna andare molto in profondità».
La tua Lucy vuole prendere in giro un certo snobismo metropolitano?
«Lucy la single è un personaggio desideroso di un uomo. Ho fatto una vacanza in Grecia con amiche e, pur avendo all’epoca la prospettiva di sposarmi, ero seriamente alla ricerca forsennata di qualcuno. Ho incontrato un gruppo di single intento nella mia stessa impresa. Una ragazza della comitiva si presentava esagitata e sghemba. Ho avuto la sensazione di vedermi da fuori: da lì nacque il personaggio di Lucy, che cerca l’amore con goffaggine. Ho scritto, però, due monologhi teatrali su una snob aristocratica. Mia madre era una marchesa, quindi questo tipo d’ambiente l’ho vissuto e m’è piaciuto prenderlo in giro da dentro».
Dalla Lucy passiamo alla Dodi, il personaggio che ti ha permesso di diventare ancora più popolare.
«Benvenuti al Nord di Luca Miniero è stato il mio trampolino di lancio. La Dodi è un personaggio che sentivo dentro profondamente. La Lucy è nata dopo, anche grazie alla Dodi. A Napoli mi sento accolta con gioia, mi fermano per strada, mi riconoscono. Poi, ho interpretato la moglie di Carlo Buccirosso in Sono solo fantasmi di Christian De Sica».
Il messaggio di unità tra le cosiddette 2 Italie in un’Italia che è una sola è venuto fuori da Benvenuti al Sud e dal suo sequel, secondo te?
«Assolutamente sì! Mi sono divertita tantissimo sul set, sono entrata molto in sintonia con Claudio Bisio, col quale ho lavorato tanto anche a Zelig. Pensa che in una scena non riuscivamo a portare a casa il ciak, perché ridevo di continuo. Alessandro Siani mi diede il consiglio giusto per terminarla».
Raccontami della tua esperienza a Zelig.
«Da poco abbiamo girato delle puntate nuovamente. Bisio ha anche pianto, perché si è commosso nel vedere 2500 persone dopo lo stop pandemico. Inoltre, dopo 9 anni di fermo è stato emozionante un po’ per tutti. A breve ne vedrete delle belle!».
E invece l’esperienza del Teatro in casa? Complimenti innanzitutto per aver dimostrato che questa forma d’arte si possa fare ovunque!
«Grazie. Viene fuori da un periodo in cui avevo quasi smarrito il senso di fare teatro, stava diventando tutto un business. E allora ho deciso di avvicinarmi agli spettatori. Inizialmente fu un gioco: portavo pezzi di Franca Valeri quando mi invitavano a cena al posto della bottiglia di vino. La cosa piaceva tantissimo e da lì mi hanno aperto le porte di ville, salotti, cucine e castelli!».
Svelaci qualche lavoro in corso!
«Il 16 Novembre porto in scena uno dei miei monologhi al Museo Bagatti-Valsecchi di Milano e poi sono impegnata con Zelig. V’invito all’Arcimboldi nella mia città per non perdervi neanche una serata. Sono bellissime le puntate del programma, soprattutto se c’è la Lucy (ride)».
Come definiresti la comicità?
«La Lucy direbbe che ridere è interessante, perché attraverso il ridere è riuscita a beccare (ride). Io invece dico che la comicità aiuta ad innalzare i cuori attraverso la risata, li predispone alla crescita, alla maturità, alla vita».
Ottimo, sei un portento e ti auguro solo di mantenere il sorriso per sempre, donandolo a tutti noi nei momenti difficili della vita.
«Grazie Christian per quest’intervista piena di sensibilità».
Grazie ancora all’artista per averci fornito personalmente dai suoi social 4 delle 5 fotografie presenti.
Per saperne di più sulla conversazione clicca ai due link:
© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA