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Il nuovo film di Nanni Moretti è “Meta-Cinema”

Doveroso l’omaggio a Fellini, percepito dal primo momento ma presente soltanto in seguito, nell’ultimo film di Nanni Moretti, ieri uscito nelle sale.

Il sol dell’avvenire, poetico se non profetico sin dal titolo, riesce infatti a portare alla ribalta quell’incastro meta tra Arte e Vita, Cinema e Realtà, che il regista dei sogni seppe restituire mediante il/la suo/sua Intervista, pellicola degli Anni ‘80 costituente un modello per attingere al suo lavoro metodologico.

Insomma, Nanni non avrebbe non potuto citare Fellini attraverso almeno una scena di un suo capolavoro (ha scelto, non a caso, una delle più enigmatiche e drammatiche, da La dolce vita), perché è riuscito nell’operazione, analoga ma diversa, di creazione ad incastro di Storia/Memoria e Realtà/Contemporaneità, in un’ottica chiaramente meta-cinematografica.

È significativo, a tal proposito, come spesso non si capisca dove finisca la scena del film nel film e dove incominci la vita della vita nel film, perché Nanni duplicemente ha voluto dimostrare con grande dignità visiva quanto possa essere determinante il passato nel presente, dalla Storia alla Vita, dal pubblico al privato, dal Cinema al suo stile. Si fondono, così, interiorità ed esteriorità, idee e mutamenti, specificando che è il mondo il principale artefice del suo cambiamento, perché sono le persone/esperienze che gli stanno attorno a metterlo in crisi cinematograficamente sulla specifica questione del non mutamento della gente in vita, bensì soltanto nei film.

Moretti ci regala qui una marea di riflessioni (alcune delle quali già dai suoi cult note, ma rivissute, rielaborate, riesumate, maturate, anche se qualche lungaggine di troppo si sarebbe potuta evitare e la sequenza in piscina è quasi la fotocopia della più celebre da Palombella rossa), abilmente capace di far luce nelle ombre delle sue contraddizioni, umane troppo umane, e quindi a noi vicine. Il potere dell’Arte in tutte le sue forme aiuta a vederci chiaro e meglio sulla vita, ed è per questo che si può cambiare idea e decidere anche all’ultimo momento di sostituire la scena finale di un suicidio con una spettacolare sequenza di marcia festante che resta dentro, accompagnata da note tra le più belle delle già ben scelte durante la visione.

Fantastica la riflessione sulla violenza non denunciata ma imitata in tanto cinema di film e serie contemporanee quanto l’annessa e connessa breve satira su Netflix, nell’ambito di una commedia costellata di drammi, amarezze e incertezze, ma sempre in bilico con una certa forma di ottimistica speranza ben accompagnata da qualche sana intelligente risata e opportunamente visibile nelle sequenze ballate e cantate. Perché i sogni aiutano a vivere meglio e a vederci più chiaramente, dal Cinema alla Vita: l’aveva quasi teorizzato cinematograficamente Fellini, l’ha capito anche Moretti, ancora in grado di raccontare la Storia attraverso l’io e gli altri, ma un po’ stanco, forse, sul piano della recitazione (per il resto, immensi la Buy, Orlando e la Bobulova, nell’ambito di un cast di più o meno bravi tutti).

Il sol dell’avvenire, che conta circa tre bruschi stacchi di montaggio e un solo momento di poca credibilità d’azione, non è solo il testamento di un artista ancora in vita, ma una pagina di Storia raccontata sul grande schermo dimostrando quanto sia complesso il potere del linguaggio narrativo: poiché tiene insieme un io, un evento, una creazione e un contesto.

In divenire…

Foto da IMDB.COM

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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