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“Sogni 2.0”, opera metateatrale totale

🌟🌟🌟/🌟🌟🌟🌟🌟

Giorno: 22/03/2024

Luogo: Residenza Olimpia, Torino

Produzione: Italia, 2023

Regia di: Virginia Landi

Attori: Giorgia Favoti e Gabriele Anzaldi

La strategia messa in campo dalla regista Virginia Landi, la drammaturga Eleonora Paris e gli attori Giorgia Favoti (straordinaria, solo all’inizio un po’ monotono) e Gabriele Anzaldi (molto bravo, a parte due o tre leggere storture) per bersagliare l’esasperato capitalismo del mondo occidentale odierno, soprattutto relativamente ai suoi effetti di stress, decadenza artistica, inettitudine di valori, stanchezza, alienazione e incapacità di godere e sognare esistenzialmente, trova voce in uno spettacolo teatrale assolutamente coinvolgente, comico, amaro e riflessivo, filosofico e filosoficamente disposto su un piano temporale contemporaneamente passato-presente-futuro e al tempo stesso diacronico e sincronico.

Ecco perché Sogni 2.0 (2023), con tanto di finale costituito da una prima parte semi-apocalittica (amara e leggermente addolcita dalle battute dei due protagonisti sempre complici reciproci, anche se non priva di un dettaglio poco realistico) e una seconda, purtroppo, vacua, tale da lasciare lo spettatore a bocca aperta come se non fosse finito davvero il lavoro.

Quel lavoro che crea continuamente sinergia col pubblico e quello spettatore continuamente coinvolto, anche quando non sembra: parte dell’opera metateatralmente parlando, ma in modo ancora più aggressivo di quanto avesse fatto Luigi Pirandello.

Tuttavia, sebbene siano spesso originali, autonome e interessanti, se non pure condivisibili, certe riflessioni sul sogno e la realtà (con tanto di efficace linguaggio surreale che attinge senza copiare dall’umorismo lombardo), a volte la filosofia diventa banalità o abbandona quell’aspetto un po’ metafisico che è cifra interessante di Sogni 2.0, per lasciarsi travolgere da un carico eccessivo di parole che appesantiscono la scrittura drammaturgica.

Insomma: Sogni 2.0 è una bella prova che miscela con umiltà e garbo stilemi tradizionali e teatro sperimentale, ma la regista avrebbe dovuto limare un po’ meglio, magari lasciando che l’azione e il sentimento (comunque presenti) avessero potuto coinvolgere più di tante, a volte troppe e inutili, parole…

VOTO: 6

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2024 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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