Scopriamo insieme cosa sono e perché rappresentano una frequente emergenza veterinaria stagionale
Per godere delle belle giornate all’aperto insieme ai nostri amici, è importante conoscere quali insidie provenienti dalla natura possono rovinare i nostri piacevoli momenti, causando malessere agli animali. Non solo in campagna, ma anche in città, nei parchi, nelle aiuole, sui cigli stradali, bisogna prestare attenzione, dalla primavera a fine estate, a non incorrere nei forasacchi, le spighe che devono il loro popolare nome alla loro conformazione e comportamento.
Dall’estremità appuntita e superficie rugosa, queste spighe, che altro non sono che i semi delle graminacee selvatiche, per lo più avena e orzo, hanno la capacità di infilarsi, una volta secchi, nelle trame dei tessuti e avanzare, senza tornare indietro. Questo atteggiamento, utile alla pianta, poiché consente alla spiga di piantarsi nel terreno al fine di germogliare, causa non pochi problemi agli animali. Le spighe si insinuano tra il manto e, attraverso le varie aperture corporee, avanzano sempre più come corpo estraneo e comportano varie problematiche a seconda del distretto coinvolto, nonché malessere e dolore.
Tra le zone anatomiche più interessate vi è l’orecchio che l’animale sfregherà contro una superficie e cercherà di grattare con le zampe. L’animale tenderà a scuotere con insistenza la testa, per poi tenerla inclinata verso il lato colpito.
Dalle narici, il forasacco viene aspirato e l’animale inizierà a starnutire insistentemente e violentemente, spesso con la fuoriuscita di sangue. Attraverso la bocca, il forasacco può prendere la via tracheo-bronchiale e l’animale manifesterà una tosse cupa e violenta, spesso con sanguinamento. L’asportazione tempestiva tramite endoscopio è fondamentale per scongiurare l’insorgenza di fenomeni infiammatori e infettivi che qui, più di ogni altra localizzazione, risultano difficili da curare e che spesso conducono a esito infausto.
Sede non meno frequente, soprattutto nel gatto, è l’occhio, dove è per lo più nel sacco congiuntivale o sotto la terza palpebra che il forasacco si insinua e, se non tempestivamente tolto, può causare perforazione. L’animale avrà l’occhio socchiuso, gonfio e con abbondante lacrimazione.
Meno frequente, ma possibile, è l’ingresso delle spighe nei genitali. A livello cutaneo, la penetrazione è fattibile in ogni parte del corpo, ma è più frequente a livello degli spazi interdigitali.
Se sono colpite le zampe, l’animale manifesterà zoppia e il leccamento della zona di penetrazione. In qualsiasi area cutanea, il forasacco si insinua creando una pustola e prosegue il suo cammino formando un tragitto fistolico. Prurito e arrossamento sono i sintomi iniziali che sfociano in edema, gonfiore e pus quando non viene estratto tempestivamente e, pertanto, aumenta l’infiammazione e l’infezione.
Risulta, dunque, importantissimo togliere le spighe appena le si nota e ispezionare l’animale al rientro dalle uscite, spazzolando il manto, soprattutto se lungo e ondulato, e perlustrando le aree in prossimità delle aperture corporee.
Solo il veterinario può attuare le mirate procedure di estrazione, dunque, evitare in ogni caso il fai da te che può solo peggiorare la situazione.
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