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Conversazione con Enrico Mazzone, l’artista della Fine tra gesti e parole

«Se non esistessero gli errori, non si proverebbe mai a fare di meglio. È bello essere un po’ meno preparati alle cose…»

Enrico Mazzone, artista

Il torinese Enrico Mazzone, ormai da anni residente in Finlandia ma sempre in giro per il mondo, è un artista pienamente dinamico. 

Così è la vita, anche la sua. O forse un po’ di più: scopriamola insieme!

A quale opera stai lavorando attualmente?

«L’Apocalisse di San Giovanni. Dal 2001, anno dell’attentato alle torri gemelle a New York, sino alla più recente pandemia possiamo dire di essere in un’epoca nella quale siamo un po’ indotti a masticare una sorta d’odore di bruciato. Non ho intenzione di rivisitare la tematica, ma voglio trasmetterla in modo visionario, travolgente, com’è giusto che sia». 

Speriamo che non sia un’opera profetica. È un dipinto?

«È un disegno su un foglio di carta nera lungo 1 km. Finora ho realizzato solo 150 metri».

Secondo te ci stiamo avvicinando alla fine dei tempi?

«No. Penso che la natura avrà sempre la meglio. Tuttavia, credo che siamo all’inizio della fine, lasceremo a qualcun altro un’eredità di questo tipo, ma è sempre stato così. Cerchiamo di non esagerare e speriamo per il meglio». 

In effetti, non conosco generazioni che non abbiano pagato il prezzo dei loro antenati.

«È inevitabile».

Dalla fine all’inizio: com’è nato in te il desiderio di fare arte?

«I dadaisti dicevano che esce da… (ride). Comunque, da piccolo iniziai già a sentire l’esigenza di usare le mani. Così, il disegno è stato il mio primo canale, la forma, per crearmi il mio piccolo mondo utopico emotivo. E anche un vuoto da colmare a causa di un lutto m’ha spinto a questo».

L’Arte ti ha aiutato a capirti meglio? 

«Rispetto a prima, senz’altro. L’Arte ammorbidisce l’animo umano, è una specie d’anaconda che offre flessibilità ed intuizione, non solo a chi la fa ma anche a chi la osserva».

Qual è stata la tua formazione artistica?          

«Sono uno scenografo diplomato a Torino. Avrei voluto fare pittura, ma di pittura non si vive».

Di scenografia sì?

«Nemmeno. I miei genitori m’hanno indotto a fare scenografia, ma non obbligato. Poi, se sei scenografo hai l’opportunità di lavorare in teatro, quindi le possibilità aumentano, perché la gente va a teatro».

 

Tra l’altro, disegno e pittura in scenografia non si scindono, quindi forse c’è maggior completezza. Sei anche scultore?

«Sì, ho iniziato a scolpire quando ho capito che dovevo cavare luce dall’oscurità nell’atto di una metamorfosi».

M’incuriosisce anche l’Enrico scrittore, a questo punto…

«La mia penna ha riflettuto sulla preoccupazione del periodo covid che abbiamo vissuto. C’è stata maggior creatività, è vero, ma ci s’è chiusi anche in una bolla. Anche questo è importante, per ritrovarsi. Poi ho pubblicato Dalla Galaverna alle Malebranche, la forma altisonante dell’espressione dalla padella alla brace. È una sorta di diario che dura 4 anni». 

Questo libro ci permette di scoprire meglio te, ma anche noi attraverso la scoperta di te?

«È un’esperienza come tante altre quella che racconto. Ho rivissuto in ogni momento quella che è una storia, l’archetipo di una storia». 

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

«Avere più gas, più energia. Avere la salute. Avere gli affetti vicini, con reciproca tolleranza (ride)». 

Grandissimo Enrico! Sei strepitoso: in bocca al lupo per tutto!

«Viva il lupo Christian, grazie a te!». 

Ringraziamo ancora il nostro artista, fortemente apprezzato dal critico Vittorio Sgarbi, per averci fornito le foto.

Per saperne di più, clicca al link sulla conversazione:

https://www.facebook.com/watch/?v=949105846405046

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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