ESISTE UNA PARITÀ DI GENERE NELLA RAPPRESENTANZA POLITICA?
Secondo i dati del Global Gender Gap Index, la parità di genere in politica verrà raggiunta fra 145 anni. Il Global Gender Gap è stato introdotto dal Forum Economico Mondiale nel 2006 e fornisce un quadro che mostra l’ampiezza del divario di genere in tutto il mondo, prendendo in considerazione 4 indici: parità e opportunità economiche, salute e sopravvivenza, istruzione ed empowerment politico. Ciascuna categoria indica quanto siamo vicini a colmare il gap tra uomini e donne.
Per quanto riguarda il “Political Empowerment” e cioè la diversa presenza di uomini e donne in politica negli organi eletti come i Parlamenti sovranazionali, nazionali e locali è opportuno notare come le donne rappresentano il 50% degli elettori ma nella maggior parte dei Paesi sono lontane dal rappresentare il 50% degli eletti. Se uomini e donne avessero le stesse opportunità, l’indice sarebbe pari al 100% ma in realtà è pari al 22%. Avere una pari rappresentanza politica non è sufficiente per considerare un Paese più equo ma è necessario per dare piena espressione alle idee, alla visione e alle esigenze di metà della popolazione.
Nei 156 Paesi campione le donne rappresentano in media il 26% dei parlamentari e il 23% dei ministri. L’81% di questi Paesi non ha mai avuto una donna come Capo dello Stato e tra questi c’è anche l’Italia.

STILI DI LEADERSHIP FEMMINILI NEI PAESI DEL NORD EUROPA
In controtendenza alla media mondiale ci sono i Paesi del Nord Europa, caratterizzati da una leadership femminile. Governi caratterizzati da un’attenzione particolare non solo alle politiche sulla parità di genere, ma anche e soprattutto alla mobilità e alla lotta ai cambiamenti climatici attraverso azioni concrete volte a favorire investimenti ecologici per la conversione all’energia pulita con il fine di arrivare alla “carbon neutrality” entro il 2030. Inoltre, la tutela dell’ambiente per i Paesi del Nord Europa rappresenta parte dell’offerta turistica in quanto il vero monumento è la “natura”. La strategia dei Paesi del Nord si basa sulla conservazione di boschi, parchi e laghi piuttosto che sull’industrializzazione della città. In quest’ottica sono nate delle politiche per il miglioramento delle infrastrutture di trasporto in bicicletta, potenziando le piste ciclabili e per l’accesso dei cittadini al verde pubblico, creando piste ciclabili e passaggi pedonali diffusi e scoraggiando l’uso dei veicoli a motore (sostituendoli, ad esempio, con il bike-sharing). Un’alta percentuale di chi deve spostarsi utilizza i mezzi pubblici, costituiti per il 40% da veicoli alimentati a biogas.
Tutte queste azioni avvalorano i risultati ottenuti che vanno dalla riduzione delle emissioni inquinanti, alla gestione del ciclo dei rifiuti, passando per la lotta all’inquinamento acustico e per una migliore organizzazione del sistema dei trasporti, migliorando la vita dei cittadini e la qualità della permanenza dei turisti sempre più attratti dalle bellezze naturalistiche del Nord Europa.
MAGGIORE RAPPRESENTANZA FEMMINILE PER SUPPORTARE UN CAMBIAMENTO EFFICIENTE
L’ingresso nelle istituzioni da parte delle donne ha determinato fino ad ora e può continuare a innescare in futuro un reale cambiamento negli assetti di potere così come comprova anche una ricerca condotta della psicologa Alice Eagly, professoressa alla Northwestern University di Evanston, Illinois (USA), in cui dimostra che le donne hanno più probabilità di possedere stili di guida associati al successo. Sono più solidali ed etiche, tendono a concentrarsi di più sulle persone, sulle relazioni invece che sul compito, cioè sul fare le cose, guidano gruppi di lavoro più produttivi e soddisfatti. In genere, le donne hanno stili di leadership più morbidi, partecipativi, democratici e relazionali, pongono maggiore enfasi sul bene pubblico, prevedono una minore gerarchia rispetto agli uomini.
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