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SOS: ho trovato un pipistrello!

Guida pratica al comportamento e alle azioni da attuare per aiutare i preziosissimi chirotteri

Rhinolophus ferrumequinum © Foto di Paolo Taranto – fotografianaturalistica.org

L’Italia accoglie 34 delle oltre 1400 specie di pipistrelli attualmente conosciute al mondo. I chirotteri rappresentano un ordine numerosissimo, secondo, tra i mammiferi, solo ai roditori. Nonostante, purtroppo, non godano di largo apprezzamento, sono animali molto importanti per l’ecosistema ed eccellenti indicatori ambientali, protetti dalla legge che ne vieta la cattura, la detenzione e la distruzione dei rifugi (L. 157/1992, L. 104/2005, D.P.R. 357/1997 e 120/2003). Utilissimi alleati nella lotta agli insetti, sono estremamente vantaggiosi nel preservare le colture agricole limitando l’impiego di pesticidi, nonché nel salvaguardare la salute animale. Sono animali crepuscolari che vivono in colonie e si orientano nello spazio grazie a un sistema di ecolocazione, ovvero attraverso l’emissione di ultrasuoni.

Largamente distribuiti anche in ambiente urbano, è possibile incontrarli. Se durante la notte questo è normale, vedendoli sfrecciare durante la caccia, durante il giorno – che trascorrono dormendo nei rifugi – è piuttosto insolito e vuol dire che c’è bisogno di un nostro intervento.

Innanzitutto bisogna capire se ci si trova di fronte a un cucciolo o a un adulto e valutarne lo stato di salute. Anche il periodo dell’anno ci dà delle fondamentali indicazioni. Il nostro intervento è necessario per salvarli ma deve essere unicamente un pronto soccorso prima di contattare e affidarli a un centro di recupero di animali selvatici. Oltre ad essere vietata dalla legge, la detenzione in cattività rappresenta una vera sofferenza per questo animale così sociale, per cui vivere in colonia è fondamentale.

Le nascite avvengono in primavera, i cuccioli sono implumi e l’involo avviene tra fine luglio e agosto. I ritrovamenti dei cuccioli sono segnalati, dunque, tra maggio e luglio. La prima cosa da fare quando si trova un neonato è raccoglierlo, possibilmente con guanti o con uno straccio, riporlo in uno scatolo chiuso con dei piccoli fori per evitarne la fuga e dargli dell’acqua con una siringa. Se il piccolo non presenta problemi e non è debilitato, la prima, unica e fondamentale cosa da fare è tentare il recupero da parte della mamma. Affinché questo possa avvenire, bisogna seguire una chiara procedura con determinate accortezze. I recuperi avvengono unicamente di notte e si può tentare per massimo tre notti di seguito. Di giorno, quindi, il cucciolo deve alloggiare nello scatolo ed essere nutrito con latte apposito che può essere temporaneamente sostituito da latte di capra. La mamma recupera il piccolo facendo grandi voli circolari e, proprio per questo comportamento, è fortemente consigliato creare una struttura sopraelevata, lontana da ostacoli circostanti, su cui alloggiare il piccolo in modo che possa tenersi aggrappato a un panno che, allo stesso tempo, non deve permettergli di nascondersi attraverso delle pieghe. Se le notti sono fredde, è possibile riporre una borsa di acqua calda sotto il panno. La struttura deve essere posta dove è stato rinvenuto il cucciolo, ovvero nel luogo più vicino alla colonia da cui proviene.

Esempio di struttura da creare per favorire il recupero materno del cucciolo. © Foto di tutelapippistrelli.it

Ad agosto ci troviamo già dinanzi a giovani adulti che non verranno recuperati dalla mamma. Questi sono animali con una lieve peluria che stanno effettuando lo svezzamento, dunque, è fondamentale non dargli del latte. Importante è affidarli al centro di recupero nel minor tempo possibile. Nel frattempo, vanno anch’essi collocati in scatoli con piccole forature, carta assorbente e una zona calda. Vanno alimentati unicamente con camole della farina e bevono acqua da bassi tappi.

Le stesse precauzioni vanno adottate per il ritrovamento di adulti che avviene nel periodo che va da settembre a maggio. Questi solitamente presentano ferite da predazione, fratture o debilitazione. Anche in questo caso è fondamentale contattare personale esperto.

Tutte queste informazioni sono frutto dell’attento lavoro da parte dell’Associazione “Tutela Pipistrelli” https://www.tutelapipistrelli.it/ che compie un’importante divulgazione e promozione al rispetto di questi straordinari animali. Prendere contatto con l’Associazione è un primo step necessario per ricevere la giusta assistenza con tutti i dettagli del caso.

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Pasqualina Santamaria

Vive da sempre in un paese della bassa Ciociaria. Cresciuta tra la natura e gli animali, con una spiccata empatia verso tutti gli esseri viventi, dopo il conseguimento della maturità al Liceo Linguistico “Marco Tullio Cicerone” a Formia, inizia gli studi presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria all’Università degli Studi di Napoli Federico II, e, contestualmente, comincia a lavorare come commessa in un negozio per animali. Dopo anni di volontariato, nel 2015 è una dei soci fondatori di “Bastardi di Razza”, associazione impegnata nel recupero e nelle adozioni di cani e gatti abbandonati: essa mira sia a promuovere una cultura del rispetto sia a sensibilizzare sulle tematiche di prevenzione e di lotta al randagismo. Coniugare tutti gli impegni, spesso, non è semplice, ma la speranza di un futuro migliore è un motore potente che non fa arrendere. Curerà la rubrica “Anima(li) come noi”

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