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René Magritte, il sabotatore tranquillo: oggi l’anniversario della nascita

Magritte nacque il 21 novembre del 1898 in Belgio ed è considerato uno degli esponenti di spicco del Surrealismo, un movimento artistico che pone l’inconscio al di sopra della realtà ed enfatizza una dimensione onirica lontana dalle costrizioni mentali. Le sue opere vanno oltre ciò che è razionale, in quanto “la realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione”. Magritte realizzò questa consapevolezza quando vide l’opera di Giorgio de Chirico “Canto d’amore”, un quadro misterioso e ricco di elementi onirici che segnò un momento di svolta nell’arte di Magritte


Vediamo alcune opere che possono rappresentare questa sua concezione dell’arte.

“Ceci n’est pas une pipe” è forse l’opera più famosa dell’artista ed è quella che meglio esprime il gioco tra l’oggetto e la sua rappresentazione. Magritte in questo dipinto a olio su tela raffigura una pipa e al di sotto di questa pone una didascalia esplicativa per evidenziare la differenza tra la pipa come oggetto reale e la pipa come immagine dipinta. Infatti “questa non è una pipa” ma la sua rappresentazione su tela; la pipa del quadro non si può fumare. È una sorta di enigma che invita lo spettatore a riflettere sulla natura delle immagini e l’arte stessa.

“Il figlio dell’uomo” è un dipinto del 1964 che raffigura in primo piano un uomo dal volto quasi completamente nascosto da una mela verde sospesa in aria, mentre sullo sfondo appare l’oceano apparentemente calmo ma con al di sopra un cielo nuvoloso, presagio di temporale.
L’uomo è posizionato frontalmente rispetto all’osservatore, è vestito con un cappotto elegante, una bombetta sulla testa, una camicia bianca e una cravatta rossa. Notiamo inoltre dei dettagli come il gomito sinistro che presenta una curvatura innaturale.
Magritte dipinse il quadro su commissione dell’avvocato, nonché amico, Harry Torczyner, che richiese un autoritratto dell’artista, ma Magritte si trovò in difficoltà nel dipingere se stesso e così utilizzò una mela per nascondere il volto (la mela potrebbe essere un riferimento ad Adamo, da ciò il titolo “Il figlio dell’uomo”).

Un quadro simile al precedente è “L’uomo con la bombetta” del 1964, che raffigura il busto di un uomo anche qui con la bombetta e con il volto coperto, questa volta da una colomba con le ali spiegate. L’uomo esiste, ma nessuno ne conosce l’identità: “Tutto quello che vediamo nasconde qualcosa e noi vogliamo sempre vedere cosa è nascosto dietro ciò che vediamo”.

“Gli amanti” è un altro dei suoi dipinti più famosi, del quale esistono due versioni; quella più celebre è la seconda versione, conservata al Museum of Modern Art di New York (MoMA). Il dipinto rappresenta, appunto, due amanti che tentano di baciarsi, ma sono impossibilitati a farlo poiché hanno il volto coperto da un panno bianco, che potrebbe essere un richiamo al mondo ellenistico. Sullo sfondo spicca un blu, mentre la parete è rossa, così come il colore della maglia della donna; in alto, sopra la parete, vediamo una cornice classicheggiante. La scena è drammatica e rappresenta l’impossibilità della comunicazione, ma anche la forte passione tra i due personaggi, che traspare nonostante la mancanza di dialogo.

Già da queste opere possiamo farci un’idea sull’arte di Magritte e sul suo surrealismo. Fu soprannominato “il sabotatore tranquillo” per la sua capacità di insinuare dubbi all’interno della realtà ed è proprio ciò che si evince dalle sue opere, che rappresentano immagini apparentemente realistiche con all’interno elementi misteriosi e onirici.


Le immagini sono state riprese dai siti: www.exibart.com; www.arthive.com; www.uozzart.com; www.theartpostblog.com.

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Ilenia Scermino

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