Nella Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace, certamente più nota come Giornata Mondiale dello Sport, si celebrano i valori dell’attività sportiva, intesi come promotori di crescita sostenibile e di pace
La Giornata è stata indetta il 23 agosto del 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; la data individuata, il 6 aprile di ogni anno, rimanda all’inaugurazione della prima edizione delle Olimpiadi moderne, ad Atene nel 1896.
Intesa a celebrare non solo lo sport agonistico, ma anche e soprattutto quello dilettantistico, il 6 aprile si promuove la pratica sportiva come palestra di valori umani fondamentali, a tutti i livelli e a tutte le età: il rispetto dell’avversario, lo spirito di sacrificio, l’osservanza delle regole, la corretta attività fisica, lo spirito di squadra, la sana competizione. Cooperazione, condivisione e tolleranza sono le parole d’ordine di ogni sportivo che si rispetti.
Lo sport è veicolo di pace già nelle sue remote origini: in Grecia la tregua olimpica sanciva sospensione di tutte le contese pubbliche e private; il tranquillo e corretto svolgimento dei giochi e il pacifico attraversamento dei territori per raggiungere Olimpia da parte di spettatori e atleti erano prioritari rispetto alle attività belliche.
Oggi, la Dichiarazione del Millennio del settembre 2000 contiene anche la tregua olimpica, richiesta anche dal Comitato Olimpico Internazionale (sostenuto dall’ONU) a tutti i Paesi, in occasione dei Giochi Olimpici.
Lo sport è anche veicolo di sviluppo, rinascita e riscatto sociale. Per noi campani sicuramente l’esempio più lampante di quanto ciò sia straordinariamente vero è la vicenda di Irma Testa. Una storia da film, quella di Irma, che dai quartieri di Torre Annunziata, trova il modo di emergere attraverso uno sport: il pugilato. Sarà il maestro Lucio Zurlo a cambiare la sua vita e quella di tanti che letteralmente egli preleva dalla strada per portarli in palestra ad allenarsi, ad imparare la disciplina del pugilato e le regole della vita. A 17 anni Irma è la prima pugile italiana a disputare un’Olimpiade; a Tokyo 2020, invece, vincerà la prima medaglia della storia del pugilato femminile italiano ai Giochi Olimpici.
Una vita da film, appunto, raccontata nel 2018 nel documentario “Butterfly”.
L’immagine è stata ripresa dal sito www.donne.it.
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