La tragica sorte delle vite degli scienziati che hanno dedicato la loro vita allo studio di questa disciplina scientifica
La Fisica Statistica è un settore della fisica che studia le proprietà generali di un sistema composto da un numero molto grande di particelle. Non è infatti sufficiente studiare come le particelle interagiscono tra di loro in un sistema. Bisogna anche tenere in considerazione che esistono effetti legati alla molteplicità di modi in cui le particelle possono legarsi tra di loro. E sta proprio qui, nel considerare le diverse variabili in gioco, la difficoltà di studiare questa materia così sfidante intellettualmente. Ci si affida alla statistica e si mettono in campo delle approssimazioni per semplificare il problema, ma alla fine resta comunque una materia non facile.
Sembra inoltre ci sia quasi una sorta di malocchio che aleggia su chiunque si approcci a questa disciplina, rendendo sfortunata e talvolta anche tragica la vita degli scienziati che decidono di dedicare il loro tempo su questa terra allo studio della Fisica Statistica. Come prova basta dare uno sguardo alle biografie dei suoi fondatori: la percentuale di suicidi o tentativi di suicidio salta subito all’occhio.
Una lunga serie di tragici eventi
Nel 1850, Robert Mayer, uno dei fondatori della termodinamica, si gettò dalla finestra del terzo piano, probabilmente provato dalla morte dei suoi figli qualche anno prima. Una fine simile toccò anche a Ludwig Boltzmann. Considerato uno dei padri fondatori di questa scienza, era una mente brillante che ha diede grandi contributi alla fisica. Aveva una grande amore per la matematica, tanto che il suo voler ridurre tutto a formule ed enunciati gli valse il soprannome di “terrorista algebrico”. Nel 1906 si impiccò mentre era in vacanza in famiglia vicino Trieste. Sulla sua tomba si può leggere l’equazione che lo ha reso immortale.
La storia di Fritz Haber, premio Nobel e ricercato di guerra, coinvolge tutta la sua famiglia in una catena di eventi alquanto tragici. Come scienziato era interessato all’uso di gas tossici come armi di distruzioni di massa ma la moglie, contraria alle sue perversioni, si sparò nel giardino di casa nel 1915. Anche i due figli si spararono a vicenda nel 1947. Paul Ehrenfest, invece, ha lasciato grandi contributi alla meccanica statistica oltre che un teorema che porta il suo nome. Soffriva di depressione, anche a causa della separazione dalla moglie, quando nel 1933 sparò a sua figlia e sé stesso. La causa della morte dello scienziato Gilbert Lewis nel 1946 fu il cianuro che inalò dopo aver scoperto di non aver ottenuto il premio Nobel. Intanto nel 1961 anche Percy Bridgman (uno che invece il premio Nobel lo vinse) si sparò un colpo congedandosi da questa vita e dalla meccanica statistica.
Cattiva sorte per una ricerca avvincente
Molte delle tragiche morti e degli eventi non sono strettamente legati alla meccanica statistica in sé. Eppure sembra ci sia una sorta di cattiva sorte per tutti quelli che decidono di dedicare la maggior parte della loro vita a contribuire ad un campo così impegnativo quanto sfidante come quello della meccanica statistica. Ed è per questo che nel suo libro State of Matter (Stato della Materia, 1975, Dover, N.Y.), David Goodstein avverte, con un pizzico di ironia, di essere cauti nell’ approcciarsi allo studio di questa disciplina. Studiare il comportamento di qualcosa di microscopico osservando quali siano le proprietà e i modelli che meglio descrivono le interazioni all’interno di un sistema macroscopico è sicuramente una sfida affascinante nel campo della fisica.

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