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Conversazione con Alessandro Serra, “il comico polemico”

«I social hanno appiattito tutto, anche la veridicità del comico»

Alessandro Serra, comico e attore 

Un tempo animatore, ma sempre comico nella vita e sul palco, Alessandro Serra, soprannominato il comico polemico, vanta una bella carriera sempre in progress, avendo lavorato in popolarissime trasmissioni televisive di cabaret come Zelig, Colorado e Made in Sud

Non solo: è anche attore, molto attivo, inoltre, in spettacoli all’aperto. 

Il simpaticissimo e genuino Serra, che nei propri pezzi analizza specialmente il malcostume del BelPaese, è da non perdere durante le festività natalizie e nella serie di prossima uscita La storia (regia di Francesca Archibugi): seguite i suoi canali social per restare sempre aggiornati con lui! 

Alessandro, oggi in Italia, Paese della polemica e dove si prende tutto sul serio, vale ancora la pena ridere?

«Ridere vale sempre la pena. Ne saremmo dovuti uscire migliori dopo la pandemia, ma non mi sembra. La comicità potrebbe aiutarci a migliorare la vita e qualsiasi problematica: cerco sempre di sdrammatizzare in famiglia, sono spesso poco serio, perché provo a stemperare con battute anche momenti in cui si dovrebbe essere più seri. Sono fatto così». 

Trattasi di deformazione professionale…

«Ma no, son così nella vita, ci sono tanti comici antipatici dietro le quinte, e per nulla spontanei. Io prendo molto dalla realtà, assorbo dalla quotidianità e poi racconto il tutto sul palco».

Il comico è bambino, malinconico, ma anche vero. Grazie per avercelo ricordato, caro Alessandro. Com’era Alessandro da bambino? 

«Già all’età di tre anni giocavo a fare il pagliaccio con le scarpe belle grosse di mia madre. Mi divertivo ad imitare tutti i professori a scuola: la camminata di uno, il tic di quell’altro. Gliele feci sentire tutte!». 

Che ricordi hai di Colorado e secondo te come mai non ha avuto più successo il programma ed è morto? 

«C’ho partecipato tanto e con piacere. Io e Paolo Ruffini siamo rimasti ancora legati. Purtroppo gli ascolti sono calati per le trasmissioni di cabaret. Zelig stanno tentando di farlo ripartire, ma a fatica».

Perché la gente non vede più queste trasmissioni?

«Oggi c’è il web, ove spesso sono non professionisti a divertire. La nuova generazione è abituata a vedere le cose sul cellulare. Sembra che con TikTok il mondo sia diventato di soli comici: sono giovani e meno giovani che, in realtà, mettono a disposizione del tempo per rifare, più che creare. Molti sono improvvisati, alcuni dei quali fanno più ridere di tanti che si sentono mostri sacri. Tuttavia, il comico è un mestiere serio: non si può improvvisare. O almeno, non sempre».  

Tu come ti stai adeguando rispetto a questi tempi ormai mutati? 

«Da poco sto iniziando a fare video social anch’io, durante la mia vita quotidiana, sempre con l’intento di strappare una risata. Prima, durante e dopo gli spettacoli, perché mi è stato detto di avere più talento di tanti miei colleghi, più in vista di me solo per il semplice motivo che fanno i tik tok». 

Dietro le quinte com’era Claudio Bisio alla conduzione di Zelig

«Sorridente, scherzoso, simpatico, energico, attivo. Non posso che ringraziarlo per una grande presentazione che mi fece nel corso della prima puntata. Subito nacque l’intesa».

Qual è il tuo sogno nel cassetto? 

«Non interpretare più ruoli di poliziotti (ride). Scherzo, scherzo, lo dico perché me fanno fa sempre sti ruoli! Non so perché, sinceramente. Dicono che ho la faccia da poliziotto, ma me fanno taglià sempre barba e capelli! (ride). A breve uscirà Kung fu all’amatriciana con Marco Giallini, dove ovviamente ho interpretato la parte di un poliziotto. Comunque, m’hanno rubato cassetti e comodino (ride). A parte gli scherzi, il primo giorno che ho iniziato a fare l’animatore sognavo di far divertire la gente, semplicemente. Accadde nel 1996, siamo nel 2023: ogni giorno è stato, dunque, un sogno… Spero di rimanere ancora tanto tempo sulla breccia per far divertire le persone».

 

Mi hai fatto divertire e hai concluso in maniera estremamente poetica: non poteva essere altrimenti con un comico, un artista. Buona fortuna per tutto e tanti auguri di buon Natale!

«Grazie Christian, altrettanto e con immenso piacere!».  

Per saperne di più, clicca al link sulla conversazione:

https://fb.watch/oUvR-hF00J/

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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