Concludiamo il nostro viaggio a Benevento scoprendo il suo volto esoterico: il più misterioso, ma anche probabilmente quello più conosciuto
Se sulle rive del fiume Sabato in epoca longobarda si attestano gare tra i migliori guerrieri del Ducato, nei pressi di un albero a cui veniva probabilmente appesa una pelle di serpente; se lo stesso animale compare tra i simboli legati all’iconografia di Iside; e se il serpente è, tra gli altri, simbolo di guarigione, non risulta improbabile che da questi culti prendano la loro linfa vitale i rituali delle streghe.

Nel Medioevo fu San Barbato, poi vescovo di Benevento, a tentare di sradicare non solo l’albero, ma anche tutte le tradizioni e i sinistri culti che attorno ad esso venivano celebrati. Un patto col Duca Romualdo gli valse la conversione del Duca stesso e di tutto il suo popolo alla religione cristiana, in cambio dell’intercessione divina a favore dei Longobardi che si apprestavano a contrastare l’assedio dei Bizantini. Scampato il pericolo, anche l’albero fu abbattuto, ma l’occulto non abbandonò Benevento e la magia nera continuò a perpetrarsi sotto ad un grosso noce, che le credenze popolari consideravano lo stesso albero tagliato all’epoca di San Barbato. Sotto al Noce, le notti tra il sabato e la domenica, da ogni dove, accorrevano al sabba, asperse di un unguento che permetteva loro di volare ed essere invisibili, donne, streghe, janare.

Quanto ci sia di verità, di paura, di fantasia e di fanatismo in questa storia non è nostro compito dichiararlo; ciò che invece è storicamente attestato è che dalla metà del XVI secolo il Tribunale della Santa Inquisizione imbastì molti processi per stregoneria contro donne che ammisero, sotto violenza, i riti magici e orgiastici che si tenevano attorno al Noce, in una zona denominata Ripa delle Janare, al suon di “[…] Unguento, unguento, mandame alla noce de Benevento supra acqua et supra vento et supra omne maltempo […]”.
Probabilmente quelle che vennero additate come streghe non erano altro che donne esperte di erbe medicamentose oppure donne girovaghe e sole che, si sa, durante il Medioevo non godevano certo di una fama rispettabile.

Janua – Museo delle Streghe nasce al fine di divulgare la leggenda, la storia e la tradizione beneventana che gravita attorno al mondo delle cosiddette streghe. Partendo da una ricostruzione del Noce, la stregoneria diventa rito di passaggio, medicina popolare e dialogo tra sacro e profano tramite ex voto. Un percorso guidato che, tra mille curiosità, spiega quanto il tessuto culturale e sociale locale fosse (e forse sia ancora) permeato di queste credenze e superstizioni; non a caso il liquore storico di Benevento ha voluto, col suo nome, omaggiare questa antica tradizione.
“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” – Edoardo De Filippo
Puoi (ri)percorrere il nostro viaggio virtuale a Benevento:
- “Quella “Signora di Benevento” che viene dalla terra del Nilo” pubblicato il 6 agosto 2021;
- “Quella regalità imperiale della dama del Sannio” pubblicato il 20 agosto 2021;
- “Quella capitale longobarda che custodisce un chiostro riconosciuto dall’UNESCO” pubblicato il 27 agosto 2021.
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