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Conversazione con Massimo Iannone, il “tenore viaggiatore” dalla “fantasmagorica vita”

«Ho sempre la tendenza a mettere gli occhiali verso il Bello»

Massimo Iannone, vocal coach 

Massimo Iannone, vocal coach e globe trotter sempre in giro per il mondo, ha recentemente ricevuto il Premio alla Carriera Mattia BattistiniUna vita per la Musica.  

Oggi ha 60 anni, ma canta da quando ne aveva 5: mai riconoscimento fu più azzeccato! 

A questo punto, non ci resta che viaggiare con lui, alla scoperta di quella che lui chiama fantasmagorica vita

Quando hai iniziato ad amare davvero la Musica?

«Tutto è nato cantando come voce solista nel coro della Parrocchia della mia città natale Nocera Inferiore. L’amore poi è continuato con lo studio del canto e del pianoforte». 

Perché definisci la tua vita fantasmagorica?

«Sono stato fortunatissimo, ho vissuto esperienze così belle da dover ammettere che la vita mi ha regalato molto di più di quanto avessi potuto sognare e desiderare. Un esempio per tutti, da piccolo volevo andare almeno una volta negli USA, e posso dirti ad oggi che ci vado una volta all’anno: un uomo più fortunato di così? Quando ero adolescente per me era importante vivere con la musica, dentro la musica. Oggi da uomo maturo posso dire di esserci riuscito». 

La Musica pure è un viaggio? 

«No, è il macrocosmo della vita che è un viaggio. Dentro questo grande viaggio c’è la Musica, ma è importante coltivare la spiritualità come percorso interiore. Dunque, la Musica è uno dei viaggi del Viaggio della Vita». 

A proposito di viaggi, come li leghiamo alla tua Arte?

«Grazie alla mia attività concertistica ho avuto il piacere di visitare e conoscere tanti posti diversi del Pianeta. Ho scoperto che il più grande arricchimento che la vita ci dona avviene attraverso i viaggi, l’incontro con culture, civiltà, modi di vivere e mangiare differenti. Spesso tutto è partito dal cibo. Dalla passione per la cucina indiana, ad esempio, ho sentito l’esigenza di andare in India, e me ne sono innamorato. “Il cibo passa per il cuore”, come ci ha insegnato il regista Ritesh Batra di Box Lunch, uno dei film più belli e pluripremiati dedicati a questa fantastica e vasta Nazione». 

Che impatto ha avuto, invece, sulla tua vita il Buddismo?

«Quando sono entrato in contatto con questa filosofia, ho capito che dovevo fermarmi, poiché avevo trovato molte risposte giuste alle mie domande. Il fine ultimo del Buddismo è il controllo della mente per accettarci con compassione e senza sensi di colpa: solo così possiamo migliorare veramente».

Forse la società occidentale è così distaccata rispetto alla spiritualità buddista da rendere difficile questo controllo, poiché nel caso nostro è la stessa mente che vuol essere il soggetto che controlla? 

«Siamo abituati a rincorrere i desideri in un modo ossessivo, divenendone schiavi. Il Buddismo ti insegna a vivere le cose belle della vita, senza attaccamenti morbosi». 

Qual è la città più bella del mondo tra quelle che hai visitato?

«Andare ad identificare quale sia la città più bella del mondo solo come città è riduttivo. Il mio viaggiare tantissimo in Oriente, tra IndiaLaosNepalMyanmarThailandiaTibet e altri Paesi ancora, mi porta ormai a considerare una città a 360 gradi. Da questo punto di vista, credo sia Varanasi, in India, unica per atmosfera ed energia. Tornando all’Occidente considero Napoli, anche dal punto di vista musicale. Infatti, è nella città partenopea che nascono i conservatori ed è dalla Scuola Napoletana che si diffuse in tutto il mondo l’Opera». 

Esiste una città che ti ha deluso?

«In una visione olistica non c’è separazione tra Bene e Male, per cui tendo a ricercare e a ricordare le cose belle. Tutte le forme d’arte sono Arte, cioè l’Arte è una sola, fondamentale per connettere tutti noi nell’Universo». 

Tu hai partecipato anche a film e fiction televisive e hai interpretato in un certo senso te stesso in una puntata di Linda e il Brigadiere, dove hai conosciuto il grande Nino Manfredi. Vorrei che lo ricordassi personalmente…

«Interpretavo un tenore. Mi colpì la professionalità di un uomo già famosissimo e non più giovanissimo. Ha affrontato le battute con una serietà e un senso professionale davvero incredibili». 

Massimo, sei un portento: complimenti per tutto e auguri per sempre!

«Grazie Christian, mi ha fatto molto piacere». 

Ringraziamo il vocal coach anche per le foto che ci ha personalmente fornito. 

Per saperne di più, clicca qui sulla conversazione in video-diretta:

https://fb.watch/fSJWdnkTUP/

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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