«Il Festival del Cinema di Civitavecchia non è della città, non è mio: è di tutta l’umanità» – Piero Pacchiarotti, presidente dell’International Tour Film Festival di Civitavecchia (RM)
Presidente dell’International Tour Film Festival di Civitavecchia (RM) e da sempre appassionato di teatro, Piero Pacchiarotti ha trovato la sua strada prima in compagnie amatoriali e poi nell’audiovisivo.
Capostazione in pensione appassionato di cinema, dice di non avere i diplomi attaccati alle pareti, ma tanta esperienza maturata nel corso del tempo e sul campo.
La manifestazione che ha messo in piedi si tiene attualmente in Italia, ma anche in Corea del Sud e a Bali.
Cosa ha significato per te il teatro quando lo praticavi?
«Lo vedevo come una forma di relax in compagnia di amici. Il teatro amatoriale poi non mi è bastato più, rimanendo circoscritto nella cittadina, quando avevo l’esigenza di conoscere altre persone. Dunque, piano piano ho iniziato ad organizzare piccoli format come CastZin, una rubrica di casting a titolo gratuito. Non ho mai cercato il lucro nelle mie manifestazioni, sentivo solo il bisogno di farle. Se avessi fatto questo di mestiere sarei fallito (ride)».
Parlami di CastZin.
«Veniva distribuita la rubrica sulla televisione locale. Lo scopo era dar voce e spazio a chi volesse mettersi in mostra col desiderio di fare l’attore. Non solo facce nuove, ma anche volti noti: non volevamo creare il cosiddetto registro dei nuovi attori. Creai poi una newsletter di casting di teatro per la compagnia Buonarroti e il successo fu notevole».
Cosa pensi della scena teatrale italiana contemporanea?
«Una volta andavi a teatro a vedere i grandi attori di teatro. Oggi, un po’ dovuto anche ai costi delle compagnie, a teatro trovi l’attore che va di moda nella fiction del momento. Il teatro è andato a morire, perché la recitazione sul palco oggi è cinematografica più che teatrale. Inoltre, a tanti attori di teatro oggi manca la dizione».
A proposito di cinema, voglio sapere com’è nato l’International Tour Film Festival di Civitavecchia.
«Il festival nasce, come al solito, dalla mia voglia di fare qualcosa di nuovo. Nasce nel 2007 insieme a due amici, ma resta sul piatto l’idea, non venendo recepita. Nel 2012 vengo chiamato dall’allora sindaco di Tolfa (RM) per dare un impulso culturale alla sua terra. Tirai fuori l’idea di qualche anno prima inizialmente scartata nella mia città. Con i due amici dell’epoca misi su questa manifestazione, inizialmente chiamandola Tolfa Short Film Festival. Dopo tre anni l’evento è cresciuto, ma Tolfa è un piccolo borgo. Così, decisi di ritornare a Civitavecchia. Il sindaco era un altro e il progetto mi fu approvato nella mia terra: lo ribattezzai International Tour Film Festival. Questo mi ha permesso di conferirgli quel carattere di festival itinerante che possiede tutt’ora. L’International è riconosciuto anche dal Ministero della Cultura. Tantissime opere protagoniste del nostro festival hanno vinto tantissimi premi in tutto il mondo. Un’attrice italiana che, ad esempio, è rimasta molto colpita dalla manifestazione è Milena Vukotic».
Complimenti per tutto: cosa ti auguri in un’ottica di crescita?
«Mi auguro di riuscire ad arrivare alla gente normale, al popolino. Mi auguro che diventi il festival di tutti, poiché non l’ho creato per me. Bisognerebbe che le istituzioni politiche lo facessero proprio, perché non è privato, non è mio. Tra l’altro non solo cinema: c’è una sezione di video-poesia, degli articoli della Costituzione italiana, del cosplayer».
Il tuo è un festival di arte e società: meraviglioso!
«Sì, abbiamo anche una sezione libri. Abbiamo avuto la scrittrice Dacia Maraini a premiare per questo settore. Ci sono arrivate opere da 187 Paesi del Mondo. Chissà quali sono quei 12 che non hanno partecipato (ride)».
I migliori auguri li facciamo noi a Piero Pacchiarotti, che ha concretizzato un sogno per far sognare l’umanità. Prima o poi anche quei Paesi mancanti ci saranno!
Le foto sono state estrapolate dal suo profilo Facebook.
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