Non sono passate in sordina le dichiarazioni del deputato dem Alessandro Zan, promotore del più celebre Ddl Zan contro le discriminazioni, ieri al Giffoni Film Festival edizione 50 Plus

Nel corso del dibattito i giovani giurati di “IMPACT!” hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con l’esponente del Partito Democratico, primo firmatario del Disegno di Legge avente ad oggetto “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” che è in corso di approvazione al Senato.
Durante l’intervista – come sottolinea Alfonso Pepe, attuale presidente provinciale della federazione salernitana di Gioventù Nazionale – l’onorevole Zan avrebbe affermato ad una testata locale: “L’Italia è in fortissimo ritardo, per non dire in una situazione paradossale. Siamo nel 2021 ed è l’unico grande paese europeo che non si è ancora dotato di una legge contro i crimini d’odio, che sono crimini molto insidiosi. Insieme all’Italia, tra i paesi che non si sono allineati ci sono, ad esempio, la Polonia e l’Ungheria, che non sono certo un esempio di civiltà giuridica“.

«La cosa più preoccupante, aldilà dello scopo propagandistico della presenza del parlamentare, sono le sue dichiarazioni che, oltre ad essere populiste, dimostrano scarsa conoscenza anche del diritto e delle norme vigenti nel nostro ordinamento» tuona l’autorevole dirigente del movimento giovanile di Fratelli d’Italia Salerno.
Alfonso Pepe, infatti, sottolinea come «la legge 25 giugno 1993, n. 205, meglio nota come Legge Mancino, è stata emanata proprio per combattere i cosiddetti crimini d’odio; mentre questa del deputato Zan sembra solamente un’uscita fuori luogo al mero scopo propagandistico per accaparrarsi il consenso della comunità LGBT».
«I diritti civili vanno senza dubbio tutelati, ma non si può negare, al mero fine di fomentare odio e creare consenso, della presenza di norme già presenti nel nostro ordinamento. – chiosa l’esponente locale del partito di Giorgia Meloni – Chissà se il parlamentare a Giffoni ha ben spiegato bene ai ragazzi l’articolo 4 del DDL che porta il suo nome e di come limita la libertà di pensiero».
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