Grazie alle attività laboratoriali “I mestieri della lunga vita” l’organismo di partecipazione giovanile valdianese mira a valorizzare l’opera artigianale
Ad opera del Forum dei giovani del Comune di Buonabitacolo, è in fase di realizzazione il progetto “I mestieri della lunga vita” in cui s’intrecciano passato identitario e presente innovativo. L’obiettivo dell’iniziativa – realizzata con il sostegno della Regione Campania e del Dipartimento Nazionale per le Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale nell’ambito dell’avviso “Giovani in Comune” 2019 – è di preservare, attraverso i mezzi di comunicazione contemporanei, la memoria culturale e sociale valdianese. Ce ne parla, con acume ed entusiasmo, il coordinatore cittadino Andrea Orlando.
Com’è nata l’idea progettuale de “I mestieri della lunga vita”?
«L’idea progettuale è nata attraverso una semplice riunione: ci siamo sempre trovati d’accordo sull’importanza di trasmettere ai giovani quanto siano parte di noi e della nostra memoria culturale le attività che compivano i nostri nonni e antenati. Per fortuna, c’è ancora chi, come i “mastri” che abbiamo scelto, condivide i nostri obiettivi ed è volenteroso più che mai nell’insegnare le proprie conoscenze anche ai più piccoli, così come sono state trasmesse da una generazione all’altra».

In cosa consiste il progetto?
«Il progetto è suddiviso in diverse voci. Alcune già completate, comprendono la creazione di un sito internet legato al Forum, ove sono state riportate tutte le informazioni sulla nostra realtà. Oltre al sito abbiamo inaugurato la web-radio, grazie alla quale sarà possibile creare dei podcast che successivamente saranno caricati su tutte le nostre piattaforme web. Attualmente stiamo dando inizio a dei laboratori di antichi mestieri quali sarto, falegname, saponaro e calzolaio. Per ogni laboratorio è stato individuato un “Mastro” che illustrerà ai giovani partecipanti le bellezze del mestiere, cercando appunto di trasmettere passione e segreti di queste arti che, con l’industrializzazione che avanza, tendono sempre più a scomparire».
È la prima volta che Buonabitacolo può vantare una web-radio grazie alla quale sono già stati registrati alcuni podcast, se ne prevedono altri? Se sì, su quali temi?
«Sicuramente sono in programma altri numerosi podcast e tanti ospiti da intervistare, dopotutto abbiamo appena iniziato! Per quanto concerne le tematiche cercheremo di essere sempre più coerenti possibile con i principi del nostro organismo consultivo e di partecipazione giovanile qual è il Forum, con l’augurio di far risultare il nostro lavoro sempre interessante e stimolante».
La territorialità passa anche attraverso il cibo. La visita guidata al MuSea – Museo Vivo del Mare di Pioppi è stato un importante momento per avvicinarsi ai principi della dieta mediterranea: quanto è importante guidare i giovani alla conoscenza di un’alimentazione sana che sappia coniugare tradizione e benessere?
«Diamo importanza alla nostra memoria culturale, pertanto trasmettere il sapere di un’alimentazione sana che combaci con quella dei nostri nonni, è sicuramente un buon modo per valorizzarla. Sappiamo tutti che l’industrializzazione ha raggiunto anche il settore culinario già da un pezzo ed è inutile dire che il cibo spazzatura è la scelta più gettonata, soprattutto fra i giovani. La visita al MuSea – Museo Vivo del Mare di Pioppi è un piccolo passo verso la riscoperta del salutare e delle nostre origini».
Il progetto si concluderà con “I mestieri della lunga vita”. Quanto è forte nei giovani della “nostra” terra il desiderio di preservare un legame col passato?

«Il legame col passato ci sta molto a cuore ed è qualcosa che talvolta caratterizza i piccoli paesini come Buonabitacolo anche più delle città; in uno spazio piccolo è più difficile che qualcosa si disperda. Il passare del tempo, la differenza tra le generazioni passate e quelle più recenti è assolutamente tangibile e, passeggiando per Buonabitacolo, anche le pietre che compongono l’antro di un’antica casa parlano. La vita di un tempo ha diversi valori e diverse virtù, per cui noi tutti dovremmo sentirci in dovere di conoscerla anche solo per metterla a confronto con quella di oggi».
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