Storia del Panettone
“PAN DEL TONI”, UNA TRADIZIONE MILANESE
Si racconta che un tale Toni, garzone a servizio di Ludovico il Moro a Milano, per salvare il pranzo della Vigilia di Natale sostituì il dolce bruciato del cuoco con del pane condito all’ultimo momento con la frutta secca. Una ricetta che conquistò la corte al punto che il nuovo dolce venne poi replicato e chiamato “Pan del Toni”, da cui “panettone”.
Storia del Pandoro
L’inventore del pandoro è infatti il pasticcere veronese Domenico Melegatti che nel 1884, presentò il brevetto di questo dolce natalizio presso il Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia.
Melegatti, nel confezionare il suo pandoro, si ispirò al Levà, un dolce tradizionale veronese con una copertura di mandorle e di zucchero. Per non ostacolare in alcun modo la lievitazione, Melegatti decise di eliminare questa copertura, aggiungendo uovo e burro all’impasto, rendendolo decisamente più morbido.
Il panettone, quindi, ha forma tonda, con una crosticina abbastanza spessa e non viene servito con lo zucchero a velo.
Il pandoro, invece, ha la tipica forma stellata ed è sempre cosparso da abbondante “neve” dolce (zucchero a velo).
Il panettone ha l’uvetta o la frutta candita, almeno nella ricetta tradizionale, mentre il pandoro dovrebbe essere preparato sempre con l’aroma di vaniglia.
Cosa bere con il Panettone
Moscato D’Asti DOCG: dolce, di colore giallo paglierino e dolce, piacevolmente aromatico, è il vino conviviale per eccellenza, perfetto da abbinare ai dolci, come panettone e pandoro.
Anche un Prosecco Docg DRY (con il grado zuccherino più alto), non Brut, è quello che ci vuole per un abbinamento coi fiocchi. Infine, se vogliamo optare per un distillato, un Rum speziato ed invecchiato almeno 8 anni può essere ideale.
Che preferiate il Panettone o il Pandoro, poco importa.
Si tratta di due eccellenze italiane che ci rendono fieri ed orgogliosi di essere italiani e buongustai.
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