Susan Sarandon e Geena Davis di nuovo insieme su una decappottabile. Le due attrici hanno celebrato la scorsa settimana i 30 anni dall’uscita del cult “Thelma & Louise”, che le vide protagoniste indiscusse, partecipando a una serata-evento in un drive-in di Los Angeles.

A volte basta un’immagine, una sequenza iniziale per rivelare capolavori prima ancora di approdare alla loro conclusione.

È quanto accade in questo road-movie iniziatore di un filone di film fedeli o parodici, ma comunque debitori verso esso stesso, un film di quel Ridley Scott che è quel regista che si ricorda ingiustamente solo per il successivo “Il gladiatore”, mentre nel 1991 aveva già portato a casa un ottimo risultato come questo.
Due donne ossimoriche fragili e forti si prestano pienamente agli scopi di una regia che costruisce dall’inizio alla fine, e senza schematismi, senza programmaticità, senza stereotipi, senza simboli, una parabola che conduce al fissaggio di una bandiera che è un autentico manifesto del Femminismo: le donne vincono, ma la società resta schifosa, viscida, brutta, marcia, sconfitta.
L’amarezza del lancio nella voragine delle due protagoniste mediante la loro iconica automobile viene mediata dalla bellissima musica e da uno strappo deciso ed inaspettato dell’immagine che fa finire il film con l’auto nell’aria e le due donne ancora vive, perché il senso è simbolico ed è questo: una vittoria della Donna e della sua Libertà, che dopo tanti secoli di lotte non si può fare mai a meno di ribadire, e purtroppo mai si smetterà di continuare a lottare visto che i risultati nel mondo in merito sono ancora molto scarsi a riguardo, seppur passi avanti siano stati fatti (e ci mancherebbe! Ma non basta).

Thelma e Louise avevano trovato pace solo osservando la natura in silenzio e insieme. Dunque, pace eterna inevitabile lanciandosi insieme in una voragine naturale profonda, segno finale di un riscatto sociale.
Valutazione: Capolavoro 🌟🌟🌟🌟🌟/🌟🌟🌟🌟🌟
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