Breaking News

Conversazione con Marta La Noce, la cantautrice blues sempre più aperta a nuove sfide e contaminazioni

«Soprattutto rispetto al cantautorato femminile oggi c’è molta più coscienza ed autocoscienza».

Marta La Noce, cantautrice 

Cantautrice e musicista, Marta La Noce ha vissuto sin dall’infanzia la Musica dentro casa: sua madre cantava sotto la doccia o in giro per casa, sua zia è una rockettara e le ha regalato dischi di Janis Joplin

Sebbene l’ascolto, il suo talento è sbocciato a posteriori rispetto all’infanzia: non è mai troppo tardi quando si ha la voglia di fare e di trasmettere la passione. 

Perché Marta La Noce ci riesce, e forse è questo il segreto del suo successo che, piano piano, inizia a farsi sentire. 

La sua cifra, inizialmente malinconica ed improntata al Blues, comincia oggi a contaminarsi di nuovi registri vocalici, nuovi stili: tuttavia, il suo tratto distintivo è quello e continua ad abitare dentro di lei, anche per ragioni strong (cit.).  

Come mai La Noce, ovvero questo nome d’arte?

«Se stessi qui vicino a me, probabilmente mi tireresti una pietra in faccia: è banalmente il mio cognome».

Eh no! Mi sa che devo tirarmela io allora! (Ride). 

«Tranquillo, mi dicono tutti così. Visto che tutti utilizzano il nome d’arte, io ho scelto il cognome d’arte».

Mi sembra giusto! Ma ora ti chiedo: da bambina avevi già questa voglia di cantare o è maturata dopo?

«Sicuramente mi piaceva un sacco cantare, tant’è che i miei genitori mi chiamavano La Radio. Non stavo mai zitta, ero anche molesta in questo mio cantare di continuo qualsiasi cosa. Tuttavia, non ero così consapevole di voler impiegare la voce come strumento principale. Poi, ho deciso di abbracciare questo futuro così incerto: quello dell’artista. Dopo i vent’anni è sbocciato il mio talento, e tutto è cominciato iscrivendomi ad un coro blues. I ragazzi di oggi già a sedici anni iniziano la carriera che ho intrapreso io». 

Prima hai fatto riferimento al successo più immediato dei giovani d’oggi nel mondo della musica. Vogliamo delineare, stando anche alla spinta offerta loro dai talent show, positività e negatività di questo fenomeno?

«È cambiata l’industria musicale e anche gli attori che ne fanno parte, artisti inclusi. Grazie ai social abbiamo accesso a molte più fonti d’ispirazione, e questo è sicuramente un lato positivo del fenomeno. Inoltre, oggi si può fare rete tra artisti musicali di vario genere, cosa più difficile vent’anni fa, anche per l’assenza dei social. Tuttavia, oggi c’è un po’ una svalutazione di quello che è l’artista, perché c’è un occhio attento sul prodotto piuttosto che su chi lo produce. Così dietro la Musica si dipana una vera e propria macchina di marketing, che spesso svilisce l’artista stesso. Succede, infatti, che a volte certi giovani fanno un pezzo e poi vengono messi da parte e non ne fanno più per anni. La Musica è vero che esiste in digitale, ma anche l’artista dev’esserci in quanto tale, partecipare, farsi sentire attraverso i live». 

A proposito di live, vuoi annunciare qualcosa?

«Nel mese di Marzo farò dei live tra Torino e Milano: il primo il 14 Marzo al Café des Arts a Torino. Poi, tornerò nella mia adorata Roma». 

Qual è il tuo sogno nel cassetto? 

«Oddio: essere felice…».

Di questi tempi è semplice e commovente. Grazie Marta. 

«Grazie a te Christian! Voglio solo dire ai giovani che vogliono fare musica che non devono confondere i due concetti di esigenza e bisogno tra di loro. Inoltre, devono crederci tanto, mai scoraggiarsi. Non è un problema se non siamo tutti uniformati agli standard che ci propinano: cercate e cerchiamo la nostra autenticità!». 

Perché ciò che conta è l’artista. Sempre! 

Ringraziamo questa splendida artista per averci fornito le fotografie!

Per saperne di più, clicca al link sulla conversazione:

https://fb.watch/qxf4rpSIZ0/

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2024 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

Vedi di più

Il nuovo film (mentale) di Luchetti oggi nelle sale: “Confidenza”, una scommessa promettente?

Oggi è uscito nelle sale italiane il nuovo film di Daniele Luchetti (“Confidenza”, 2024). Il titolo della pellicola non solo è omonimo rispetto al romanzo da cui è tratto, ma conferma anche l’attenzione del cineasta per i libri di Domenico Starnone, visto un precedente come “Lacci”.

error: TUTTI I CONTENUTI SONO PROTETTI © IL QUOTIDIANO ONLINE • 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA
Inizia chat
1
Il Quotidiano online
Il Quotidiano Online ti dà il benvenuto! 👋
Come possiamo aiutarti?