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Quel rettilineo su cui l’aristocrazia napoletana creò bellezza

Nel XVIII secolo, dopo che Portici fu scelta da Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia come sede per l’edificazione di una sontuosa reggia, l’aristocrazia che gravitava attorno alla corte – già seccata dal sovraffollamento di Napoli e attirata dalla salubrità e bellezza del luogo – pensò bene di creare nei dintorni quella che oggi potremmo definire una zona residenziale di lusso.

Le ville, accomunate tutte da un giardino molto esteso che divideva l’edificio dal mare, si svilupparono tutte tra Barra e Torre del Greco, coprendo una distanza di circa 6 km e mezzo e congiungendo idealmente le regge di Napoli e Portici. In particolare, il rettilineo di costruzioni tra Ercolano e Torre del Greco prese il nome di Miglio d’oro, proprio per la bellezza e la ricchezza delle ville su esso edificate: una strada che immaginiamo percorsa da carrozze e frequentata dalla Napoli bene dell’epoca.
I proprietari delle ville intrapresero una vera e propria gara di sfarzo per avere il salone più sontuoso o lo scalone più imponente; vennero, perciò, assoldati gli architetti più affermati del periodo, come Ferdinando Sanfelice, Domenicoantonio Vaccaro e, addirittura, Luigi Vanvitelli.

Era negli estesi giardini che la nobiltà napoletana usava riunirsi in occasione di feste e banchetti; arricchiti da statue e fontane e arredati con vialetti e pergolati, dimostravano la posizione economica di organizzatori e invitati, legittimandone senz’altro quella sociale. Il mare faceva da cornice ai momenti all’aria aperta insieme al Vesuvio, gigante sempre temibile, da cui ci si proteggeva installando l’immancabile effigie di San Gennaro, panacea tipicamente partenopea.

Neanche il magnifico paesaggio circostante poté, però, arrestare la decadenza a cui il complesso delle 122 Ville Vesuviane andò incontro. Dopo la costruzione, nel 1839, della ferrovia Napoli-Portici e la conseguente installazione di molti opifici in zona, le famiglie che prima vi avevano investito persero man mano interesse per la zona e i discendenti, anche a causa delle due guerre mondiali, non riuscirono a mantenerne lo splendore. Fu nel 1971 che venne istituito l’Ente per le Ville Vesuviane, che ha gradualmente riabilitato il Miglio d’oro, rendendo fruibili ai visitatori alcuni dei pregevoli edifici. Le ville, tuttora, ospitano spesso anche eventi e laboratori per grandi e piccini, come quelli di scrittura creativa o sensoriali, oltre che il Festival delle Ville Vesuviane, una rassegna di teatro, musica e danza tra le più longeve della nostra Regione.

Festival delle Ville Vesuviane 2021

Ti aspettiamo al prossimo articolo per scoprire di più sulle Ville Vesuviane.

Le immagini e alcune informazioni sono state riprese dal sito: www.villevesuviane.net

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Rosa Elefante

Studentessa non ancora esaurita, idealista non ancora disillusa, sognatrice non ancora sveglia. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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