Come abbiamo riportato nel precedente articolo, la Scuola Medica Salernitana nel Medioevo provava a dare il proprio apporto alla ricerca e all’azione in campo medico. I medici in essa operanti ne diffusero i precetti e i saperi tramite il Regimen Sanitatis Salernitanum. Compilata dal medico catalano Arnaldo da Villanova nel XIII secolo, l’opera, redatta in versi per facilitarne la memorizzazione, raccoglieva le buone pratiche di vita tramandate dalla tradizione popolare e vagliate dalla stessa Scuola.
Essa fondava la propria azione sulle dottrine di Ippocrate e di Galeno, che valutavano la malattia come un alterato equilibrio dei quattro umori del corpo umano: sangue, flegma, bile nera e bile gialla. Fu lo stesso Ippocrate ad assegnare un umore a ognuno dei quattro elementi rintracciati da Anassimene di Mileto nel VI a.C. (aria, terra, fuoco e acqua); questi elementi fondamentali furono poi a loro volta caratterizzati da Empedocle con una coppia di attributi (caldo, freddo, umido, secco), definiti “qualità primarie”.
Al centro degli studi della Scuola risultavano, quindi, dottrine di origine greca, già assimilate dalla cultura islamica ed ebraica. Prendendo le distanze dal fanatismo religioso medievale vigente, la Scuola Medica Salernitana propose un metodo di cura che rigettava le teorie magiche e le superstizioni, indagando sul temperamento della persona e sul suo stato di salute sulla base della concezione che l’equilibrio dell’uomo debba seguire quello del cosmo.
Nel prossimo articolo daremo spazio al mondo vegetale, alla base dei preparati medici salernitani.
L’immagine è ripresa dal sito www.giardinodellaminerva.it.
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