Tra i più famosi punti panoramici sul Golfo di Salerno e sulla cittadina attraversata dal fiume Irno c’è un luogo che sfoggia con eleganza la sua storia millenaria: la collina Bonadies, che prende il nome – probabilmente – dal fatto che un tempo fosse il primo luogo della città a dare il buongiorno all’alba
Qui le prime edificazioni di epoca romana e bizantina furono alla base dell’opera di costruzione di Arechi II, il principe longobardo che trasferì la capitale del suo regno da Benevento a Salerno. Il Castello di Arechi, appunto, divenne il suo quartier generale: egli ne migliorò le fortificazioni difensive, dando al maniero la funzione di fortezza che perderà solo nel XIX secolo, a causa del progredire delle tecniche belliche e dell’utilizzo sempre più massiccio delle armi da fuoco.
Costruito in pietra scura locale, il castello presenta le tracce architettoniche dei vari periodi che ha attraversato e si configura come una struttura prettamente difensiva: il Torrione, la cosiddetta Bastiglia e la cinta muraria merlata che unisce le torri di avvistamento proteggono il nucleo centrale e abitativo del castello.
Fu nel 1077 che divenne roccaforte normanna, quando Gisulfo II, l’ultimo principe longobardo di Salerno, si arrese al cognato Roberto il Guiscardo, che aveva contratto secondo matrimonio con la principessa longobarda, Sichelgaita.
Con la graduale crescita politica ed economica di Napoli, Salerno perse il suo ruolo centrale, anche se restò – grazie soprattutto al suo porto – luogo di folti commerci e di scambi, frequentato anche da mercanti stranieri.
Nonostante fosse ormai ben lontano dagli antichi splendori, nel maniero salernitano Ugo Foscolo nel 1812 ambientò la sua tragedia La Ricciarda, dopo essere stato in visita nella città della Scuola Medica.
Oggi il Castello di Arechi ospita un Museo Archeologico che conserva manufatti e reperti rinvenuti nel complesso durante gli scavi: copioso è il materiale ceramico e i frammenti di vasellame vitreo, ma sono esposte anche armi e monete.
Alcune informazioni e l’immagine di copertina sono state riprese dal sito www.ilcastellodiarechi.it.
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