Il celeberrimo street artist napoletano adornerà la parte posteriore dell’Auditorium di Pagani, che si trova in via Ferrante, ricordando lo stimabile Marcello Torre, avvocato e sindaco
È una lodevole iniziativa quella organizzata e finanziata dalla famiglia Torre, tramite l’apporto della Fondazione Pol.i.s. – Politiche Integrate di Sicurezza per le Vittime Innocenti della criminalità e i Beni Confiscati instituita dalla Regione Campania, con il patrocinio morale del Comune di Pagani e della Provincia di Salerno. È altrettanto piacevole celebrare l’inaugurazione il 30 maggio, ricordando quel 30 maggio del 1980 quando Marcello Torre scrisse una lettera esprimendo il suo sacrificio per una Pagani “libera e civile”. Fa storcere un po’ il naso, però, sia l’iconodulia per Marcello Torre, sia il luogo scelto dove rappresentarlo.
L’artista si è da sempre distinto nel fare denunce sociali con murales sui quali si ha una stratificazioni di volti sconosciuti su quelli noti, come “San Gennaro operaio”. Queste suggestive immagini, presenti sulle facciate di grandi palazzi, hanno acceso un po’ di luce in quei luoghi topici e difficili del Napoletano. Questi sono diventati oggetto di attrattiva per turisti.
Ma l’artista avrebbe avuto lo stesso effetto se, per esempio, “San Gennaro operaio” fosse stato realizzato sulla facciata di un palazzo borghese di Mergellina anziché all’ingresso del rione Forcella? Ebbene ciò che sta accadendo è la rappresentazione di un murales sulla facciata di un Auditorium, e non un palazzo, che si trova a “Mergellina”.
Perché la scelta di dove mettere il murales dipende da un gruppo più o meno ristretto di persone? Stona un po’ con questo clima all’insegna di azioni concertate tra l’amministrazione e i cittadini. Non sarebbe stato il caso di ampliare la partecipazione anche ai cittadini? E perché no, magari di dare a loro la possibilità di scegliere l’immagine. Ci sono dei rioni complessi nella nostra città che aspettano un po’ di vitalità e sperano di udire lo scalpitio della gente affinché non si sentano più soli. Una scelta oculata in uno di questi posti poteva essere un inizio per una lunga serie di iniziative.
Il ricordo di un personaggio esemplare come Marcello Torre non deve mai sparire, ma non deve essere un tatuaggio estetizzante immortalato sulla pelle della città.

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