Il vino può essere un insegnante migliore dell’inchiostro.
(Stephen Fry)
L’Aglianicone è uno dei genitori del più famoso e diffuso Aglianico.
Di recente è stato dimostrato, grazie agli studi sul DNA, che dal suo incrocio con la Cannamela (uva autoctona dell’isola di Ischia) si è generato l’Aglianico.
L’Aglianicone è, quindi, il padre dell’Aglianico e sotto il profilo cronologico si colloca tra i più antichi vitigni cilentani.
Esso scomparve anni fa per la sua scarsa produzione, causata dall’acinellatura dolce e dall’attacco della Fillossera, micidiale parassita. Nonostante l’abbandono, l’Aglianicone è riuscito a resistere in ceppi isolati su terreni poco sfruttati e grazie all’impegno di alcuni produttori locali si è preservato sino ad oggi.
L’Associazione Terre dell’Aglianicone, presieduta dall’enologo e produttore vitivinicolo Ciro Macellaro, nasce nel 2010 allo scopo di promuovere e divulgare la conoscenza di questo antico vitigno.
A questa associazione, che vanta 2 partecipazioni al Vinitaly, partecipano 25 aziende vitivinicole cilentane e con il passare del tempo la produzione è in aumento, grazie al grande successo che sta riscuotendo tra gli amanti dei vini rossi.
I vini ottenuti da uve di Aglianicone sono caratterizzati da un ottimo contenuto alcolico e dalla presenza di tannini poco aggressivi, che riducono di molto il tempo di affinamento, senza però far perdere, in termini di intensità, alcuna proprietà aromatica.
L’Associazione, in una delle sue ultime assemblee, ha stabilito come modalità di evoluzione condivisa, l’affinamento in anfora. Ne berremo delle belle.
© IL QUOTIDIANO ONLINE – 2021 RIPRODUZIONE RISERVATA