Storia e leggenda si inseguono fino a perdersi una nei confini dell’altra nel racconto di questo luogo affascinante e misterioso: l’Eremo di San Michele
Risale al 1290 l’edificazione della fabbrica religiosa, costruita in una cavità della roccia su Montenero, a Campagna, da cui controlla tutta la valle antistante dai suoi 1100 metri sul livello del mare.
Nel 1245, infatti, fu distrutto dai Longobardi il casale di Sant’Angelo e alcuni superstiti decisero di rifugiarsi su Montenero e di costruire una chiesetta dedicata a San Michele.
La leggenda, invece, ci porta nel X secolo, narrando che quel luogo aspro fosse abitato dal diavolo e che San Michele all’epoca vi giunse: vestito da pastore, si avvicinò al demonio e, con la scusa di visitare la montagna, formò una croce con delle pietre, inducendo il diavolo a scappare tra urla disumane.
Un pastore, seguendo uno dei suoi tori allontanatosi dal resto del bestiame, entrò in questa grotta e vide un giovane avvolto da una luce accecante: da allora il culto micaelico si radicò sul territorio e la grotta divenne ben presto meta di pellegrinaggio e luogo di eremitaggio e ascesi, ma anche – dopo i dovuti ampliamenti e accorgimenti strutturali – di soggiorno dei Vescovi della Diocesi.

Tra questi è interessante annoverare Juan Caramuel y Lobkowitz, il matematico spagnolo che, nella tranquillità di questo luogo, partorì nel 1669 la sua “Mathesis Biceps”, un trattato sul sistema binario, oggi alla base dell’informatica.
È il Comitato dell’Eremo di San Michele a tenere vivo il luogo e le sue tradizioni centenarie, preservando e consegnando ai posteri un pezzo fondamentale della storia di Campagna e del culto micaelico in Italia.
Nell’articolo precedente abbiamo approfondito un altro luogo simbolo del culto micaelico in provincia di Salerno: https://ilquotidianoonline.eu/…/quel-santuario…/
Alcune informazioni sono state riprese dai siti www.camministorici.it e www.cittadicampagna.it. L’immagine è stata ripresa dal sito www.camministorici.it.
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