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La gratitudine degli internati

Sensazioni dalla mostra di manufatti donati durante la Seconda Guerra Mondiale ai cittadini campagnesi

Pfau Sigfrido – Ritratto di Ceriello Goffredo, in possesso di Ceriello Roberto

Ci guarda dritto negli occhi Goffredo Ceriello, come a volerci raccontare qualcosa: una storia che pare lontanissima per quanto assurda, e invece successa circa ottanta anni fa.
Aveva vent’anni in quel periodo, Goffredo, e un viso già adulto, maturo, probabilmente obbligato dalla guerra, dalla fame, dalla vita, a crescere molto in fretta. Abitava a Campagna negli anni ’40 e qui conobbe Sigfrido, un ebreo internato in questo paesino circondato dalle montagne. Sigfrido Pfau, insieme a tutti gli altri connazionali di origine polacca, ungherese, croata o anche italiana, viveva a Campagna un internamento diverso, lontano dagli abomini europei e dall’isolamento italiano: i cittadini lo accolsero, lo aiutarono, lo sfamarono.
Lui e tutti gli altri, grati, ricambiavano, provando a sdebitarsi con piccoli favori cure mediche o semplici doni: proprio una parte di questi è esposta, dal 27 Gennaio 2023, presso il Museo della Memoria e della Pace di Campagna, che nasce proprio nell’ex convento domenicano che negli anni della Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato come campo di internamento per ebrei e prigionieri politici.

Autore non identificato – Ruderi del Castello Gerione, in possesso di Remo Luongo

In uno dei corridoi del quadrilatero al primo piano, la mostra “Espressioni d’arte dal campo: la gratitudine degli internati” racchiude i volti e gli scorci che gli internati hanno riprodotto e donato ai campagnesi dell’epoca. I ritratti parlano di vita semplice, contadina; i luoghi raccontano di un passato glorioso e di un futuro da ricostruire; i colori, talvolta anche accesi, tradiscono una fioca speranza nel domani.
E forse gli ebrei a Campagna hanno dato più di quanto hanno ricevuto: non solo cultura e professionalità, ma soprattutto la possibilità di fare la differenza, di lasciare accesa una fiammella in un momento di tenebre e orrore.

Ma è grazie ai campagnesi di ieri, ad ognuno di essi, che oggi la Città può vantare una “storia diversa”: grazie a Goffredo, ad Ida, a Carmela, a Mariano; e grazie soprattutto a Giovanni e Giuseppe Maria.

Ma – come si dice di solito – questa è un’altra storia!

Campagna ha ricevuto nel 2006 una Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione:

La popolazione di Campagna, sfidando i divieti e le minacce di punizione e rappresaglie e dando testimonianza di elevati sentimenti di solidarietà e fratellanza umana, si adoperò per alleviare le sofferenze, dare ospitalità e, talvolta, favorire la fuga degli ebrei internati nel campo di concentramento ubicato in quel Comune. Mirabile esempio di eccezionale abnegazione ed elette virtù civili.

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Rosa Elefante

Studentessa non ancora esaurita, idealista non ancora disillusa, sognatrice non ancora sveglia. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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