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Oggi, 8 giugno: la Giornata Mondiale degli Oceani

Un enorme patrimonio da tutelare imprescindibilmente

Forse è inutile parlare dell’enorme ricchezza che gli oceani rappresentano per la vita sulla Terra: un importante scrigno di biodiversità e un mondo subacqueo affascinante che, però, oggi troppo spesso subisce danni a causa delle invadenti attività antropiche. Oggi, quindi, non ci concentreremo sulla bellezza smisurata dei nostri oceani, ma parleremo di ciò che a queste distese d’acqua salata stiamo facendo e a come le stiamo maltrattando.

Ci sono alcuni pericoli che attanagliano la conservazione delle specie acquatiche e della biodiversità marina: da poco, ad esempio, sono venuta a conoscenza di cosa siano i FAD. Il FAD, acronimo per l’inglese “Fishing Aggregating Device”, è essenzialmente un dispositivo illegale di pesca, utilizzato dai pescatori di frodo. Si tratta, più nello specifico, di oggetti galleggianti che attirano diverse specie ittiche, creando delle zone d’ombra. Queste reti illegali sono composte da una parte galleggiante, in genere composta da taniche di plastica vuote coperte da foglie di palma, e da una sottomarina, formata da metri e metri di filo di polipropilene che fissa il galleggiante al fondale.
Questi strumenti favoriscono un tipo di pesca non sostenibile, poiché diventano trappola per tantissimi pesci, superando di gran lunga le quote di pescato previste per i pescatori. Una vola raggiunto il loro scopo vengono abbandonati, diventato pericolosi per tartarughe e altri animali. Purtroppo neanche il nostro Mar Mediterraneo è libero dai FAD; anzi, stanno diventando sempre più presenti.

Un FAD portato a riva

I FAD abbandonati nel Mediterraneo si stima possano essere circa 1,5 milioni: considerando che ogni flotta può calarne un numero davvero esiguo e solo se costruito con materiale biodegradabile, la stragrande maggioranza di questi sono dispositivi illegali. L’organizzazione Sea Shepherd, in collaborazione con le autorità locali, rimuove ogni anno dal Mediterraneo centinaia di FAD e centinaia di chilometri di spago in polipropilene, rifiuto speciale.

La minaccia più grande, se non l’unica, per i nostri oceani e per i nostri mari siamo noi umani. La nostra presenza sulla Terra diventa sempre più irrispettosa dell’ambiente e di tutte le specie che vi vivono.

L’immagine è stata ripresa dal sito: www.tartamare.org.

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Rosa Elefante

Studentessa non ancora esaurita, idealista non ancora disillusa, sognatrice non ancora sveglia. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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