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“Pensieri frugali”: la poesia di Belardo ricorda Petrarca e Rodari

Quest’oggi Sabato 13 Maggio alle ore 18, presso l’Arte città amica Centro Artistico Culturale, in Via Rubiana 15 a Torino, sarà presentato il libro Pensieri frugali del partenopeo Massimo Belardo.

Come Petrarca scrisse i Rerum vulgarium fragmenta (ovvero, il Canzoniere), così il classicista sperimentale Massimo Belardo pubblica i suoi Pensieri frugali come prima raccolta poetica (2022), dopo averne scritti tanti, di versi, nel corso della sua intensa esistenza. 

Della profondità esperienziale, corredata di tutt’un sostrato di discipline che vanno dalla psicologia alla pedagogia (è maestro elementare), se ne scopre in queste liriche l’infinito bagaglio, ma il bello è che l’autore riesce a trasmetterci il suo universo gnoseologico interiore ed esteriore nel solco d’un’atmosfera che ricorda i racconti di Gianni Rodari, ove però la filastrocca resta esclusivamente come ritmico motivo e semplice ed infante scorrevolezza. Infatti, per il resto domina un’atmosfera di cupo pessimismo sulla vita, il mondo, la società, attraverso l’indagine di molteplici aspetti, dal particolare al generale (e viceversa). 

Grazie anche al potere semantico e musicale dei lemmi prescelti (con tanto di efficace gioco rimico), il ritmo dei componimenti è quasi sempre martellante, tendente al rap nei suoi sperimentalismi, e configurandosi quindi come uno strumento per un grido di protesta, anche se trattenuto, sofferto, qua e là ammorbidito da un’efficace operazione d’ironia.

Sebbene alcuni testi siano mal riusciti, magari perché troppo didascalici, le liriche finali dallo sperimentalismo più azzardato, ove s’assiste alla destrutturazione dei fonemi, son degna conclusione a mo di testamento (l’ultima è una cacofonia) di un’opera dallo stile pressoché unitario e medio (come Petrarca), ma con molte più parole di quelle selezionate dall’autore che amava Laura (sperimentalismo oltre Petrarca).

Degno finale, perché il poeta Belardo, sia quando guarda il mondo buio o in luce, da fuori o da dentro, dalla realtà al folklore, dalla cultura all’esperienza, va a constatare con estrema saggezza la frugalità del pensiero umano che, seppur alto e nobile, ma anche basso e povero, sempre si disgrega come dopo un tramonto, come quel buio blu della copertina del libro, come ci vien qui ricordato che mentre si defeca, la vita scorre cieca… finché ad un battito di coda la melma goda.   

Foto di Christian Liguori e Massimo Belardo.

VALUTAZIONE: 7/10 

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2023 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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