All’origine della parola italiana “fobia“, la paura inspiegabile ed incontrollabile che spesso ci assale in vista di un qualcosa da noi percepito come un pericolo, si pone il dio greco Fobos, figlio di Ares, dio della guerra, ed Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, come ci racconta Esiodo nella Teogonia.
Fobos rappresentava per i Greci la divinizzazione della Paura ed il suo compito era quello di collaborare in battaglia con il padre Ares ed il fratello Deimos (Terrore), incutendo terrore agli avversari.
Il Tempio Maggiore a lui dedicato era collocato a Sparta ed in esso gli Spartiati, la classe socialmente più elevata dei cittadini di Sparta, lo veneravano prima di scendere in battaglia così da liberare i loro animi dal fantasma della paura.
Inoltre, sappiamo da Plutarco che, anche il grande Alessandro Magno, all’alba della battaglia di Gaugamela contro il re persiano Dario III, fece sacrifici ed incitò i suoi soldati a rivolgersi a Phobos per avere un grande coraggio ed affrontare le quindici belve feroci con cui Dario III era sceso in battaglia.
Secondo la mitologia greca, vi era anche una pianta consacrata a questa divinità, l’acero rosso, identificata come l’albero della paura, poiché si riteneva che il colore rosso acceso delle sue foglie in autunno fosse in grado di risvegliare la divinità dal suo torpore; per questo motivo il contatto con l’acero era assolutamente evitato sia dagli antichi Greci che dai Romani che preferivano ad esso il platano, avente foglie simili.
Le antiche fonti di letteratura non forniscono notizie sull’aspetto di Fobos. L’unica rappresentazione è quella presente sull’Arca di Kypselos, in cui Phobos viene rappresentato con un corpo umano e con la testa di leone così da spaventare ed allontanare qualsiasi influsso malefico.
Ancora tuttora, sebbene siano trascorsi millenni e la razionalità abbia preso il sopravvento, Fobos e Deimos continuano ad attanagliare l’animo umano. Disparate sono le fobie umane che, per quanto innocue agli occhi altrui, rappresentano un costante turbamento per la persona che ne è oppressa.
Consapevoli che la paura sia la camera oscura in cui si sviluppa il negativo della nostra vita, credo sia bene ricordare che la nostra vita si restringe o si espande in proporzione al nostro coraggio, rito apotropaico per sconfiggere Fobos.
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