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E luce fu: l’invenzione dell’elettricità

Dalla luce delle candele alla rivoluzione delle lampadine, un breve viaggio attraverso la storia delle invenzioni che hanno migliorato la nostra vita quotidiana

A volte si ci dimentica che, per gran parte della sua storia, il mondo di notte è stato buio. Sebbene esistessero le candele, la luce emessa da una candela di buona qualità non era che un centesimo della luce emessa da una lampadina da 100 watt. I più poveri usavano strisce di giunchi di palude spalmate di grasso animale o nel peggiore dei casi qualsiasi cosa bruciasse. I più abbienti, invece, potevano permettersi candele di sego o di cera. Mentre il sego, prodotto da grasso animale, era sconveniente perché produceva una luce irregolare ed era maleodorante, la cera d’api era molto costosa.  

La situazione dell’illuminazione rimase immutata fino alla fine del diciottesimo secolo. Nel 1783 il fisico svizzero Argand inventò una lampada che permetteva di aumentare la quantità di luce semplicemente fornendo più ossigeno alla fiamma. Un’invenzione che colpì anche il presidente americano Jefferson, il quale di ritorno da Parigi decise di portarne con sé una in America. 

Lo sviluppo di nuovi materiali e il nascente interesse nell’elettricità

All’epoca la luce migliore in assoluto era quella dell’olio di balena, la cui produzione però era capace di distruggere un intero ecosistema in breve tempo. Fortunatamente, nel 1846 in Nuova Scozia un certo Gesner, un medico con la passione per il carbone, inventò un combustibile sostitutivo: il cherosene. Questo materiale innovativo bruciava meglio ed era più economico. A questo negli anni si affiancarono altri materiali come il petrolio e il gas, i quali causarono non pochi pericoli e inconvenienti.  

Tutto questo finché un giorno Luigi Galvani non dimostrò che l’elettricità riusciva a far contrarre i muscoli impiegando una povera malcapitata rana e alcune pile durante i suoi esperimenti. Nonostante suo nipote Giovanni Aldini se ne servisse per dar spettacolo, animando corpi e teste appena giustiziati, l’elettricità iniziò a suscitare un interesse sempre crescente. 

Dai primi brevetti di lampade elettriche alla diffusione dell’illuminazione

Frederick Hale Holmes nel 1846 brevettò la prima lampada elettrica ad arco (chiamata così perché la corrente elettrica attraversa un arco tra due elettrodi di carbone). Circa dieci anni dopo la lampada fu installata in un faro illuminando la baia per ben tredici anni. Le lampade ad arco iniziarono a diffondersi nell’illuminazione pubblica ma risultavano costose per quella privata. Nel 1848 Grove inventò la lampada ad incandescenza che sebbene durasse solo poche ore venne perfezionata dal farmacista Swan più tardi. Nonostante ciò la dimostrazione pubblica di Edison fu molto più eclatante. Egli fu in grado di illuminare un intero quartiere di Manhattan nel 1882, grazie a un’eccellente organizzazione di reti. Nel giro di qualche mese Edison creò più di trecento piccole centrali elettriche in giro per il mondo.  

A parte qualche scettico, il miracolo elettrico era ormai annunciato. L’illuminazione elettrica prese piede molto rapidamente tanto che poco dopo seguì la diffusione degli elettrodomestici. È giusto dare merito a Edison per la diffusione e la vendita su larga scala della corrente elettrica ma è grazie al merito di Swan se ciò è stato possibile. Purtroppo, come spesso accade, con il suo ricordo la Storia è stata meno clemente. 

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di Marianna Fusco

Una mente scientifica e un'anima letteraria, affascinata da qualsiasi cosa abbia una storia da raccontare. Curerà la rubrica “Reticoli di Idee”

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