Il Castelluccio di Battipaglia è tra i 20 castelli più belli d’Italia
Intorno all’anno mille, su commissione di Roberto il Guiscardo, venne edificato un castello in una strategica e predominante zona collinare che oggi rientra nel comune di Battipaglia.
Il Castello rimase di proprietà della chiesa salernitana fino al sec XII. Successivamente, dopo la morte di Enrico VI, il capitano del suo esercito, tale Conte Marcovaldo di Annweiler, si impossessò del Castelluccio.
Da quel momento in poi, l’imponente costruzione ebbe diversi titolari susseguitisi nel tempo e diverse furono le modifiche tecniche e strutturali apportate, mutando quasi radicalmente l’impostazione originaria.

Tuttavia, le mura di cinta che poggiano sulla roccia viva e tutti gli affreschi delle sale interne sono ancora gli originali.
© Foto di Enzo Cesaro
Non tutti sanno che il Castelluccio di Battipaglia è menzionato tra i 20 castelli più belli d’Italia, purtroppo, però, la struttura era stata ridotta praticamente ad una rovina e per molti anni è stato molto difficile, se non impossibile, riuscire a visitarlo. Fu dichiarato Bene Culturale nel 1994 e oggi, al termine di una lunga e travagliata riqualificazione, Battipaglia può tornare a vantare uno dei suoi simboli storico-culturali più preziosi.
In questa sontuosa struttura gestita dalla fondazione Maria Rosaria Santese, si tengono eventi culturali ed enogastronomici, come quello tenutosi lo scorso 19 Novembre 2021 dedicato ad un vitigno storico della nostra ragione: L’Aglianico.

L’origine dell’Aglianico è difficile da stabilire con precisione. Sembra però sia arrivato da noi per merito dei greci e quindi con il nome Hellenico. La denominazione attuale sarebbe nata in seguito alla dominazione degli Aragonesi nel sud Italia: Aglianico deriverebbe infatti dalla pronuncia spagnola di Hellenico. Certa è invece la grande qualità di questo vino, tale da farlo soprannominare anche il Barolo del Sud.
È un vino che chiama la carne, bianca ma soprattutto rossa: si abbina perfettamente con carni al forno e alla griglia e con la selvaggina. Il risultato di questo abbinamento è di grande equilibrio perché i tannini dell’Aglianico sgrassano la bocca, così come le carni ne assorbono l’astringenza.
Allo stesso modo, un valido abbinamento dell’Aglianico è con i formaggi saporiti e stagionati. Per restare legati al territorio d’origine del vino, il consiglio è quindi un buon caciocavallo irpino.
Grazie all’ONAV e al contributo di aziende vitivinicole e dell’associazione Terra Nostra che il Castelluccio si elevato, per una sera, a centro culturale di celebrazione ed esaltazione di questo incredibile vitigno.

Di questo abbiamo bisogno: più cultura ed anche più cibo e vino, in questo modo nessuno si offenderà di certo!
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