Le due Red Bull dominano nel deserto del Bahrein lanciando un chiaro messaggio alle dirette rivali. Male Ferrari e Mercedes. Alonso torna a ruggire con una rediviva Aston Martin in P3. Stroll è un guerriero. Che rimonta di Gasly!
Red bull, che superiorità!
Ad un anno di distanza la musica non sembra essere cambiata; Max Verstappen e Red Bull riprendono il loro cammino in questa nuova stagione da dove lo avevano concluso soltanto qualche mese fa: con una vittoria schiacciante sui propri rivali, un 1-2 suggellato dal compagno di squadra Sergio Pérez.
L’olandese non ha avuto avversari, centrando così il suo 36esimo successo in carriera dove, proprio un anno fa, la sua precedente RB-18 lo aveva tradito per via di problemi di affidabilità, lasciando la vittoria al rivale di una vita: Charles Leclerc.
Mai in difficoltà sulla gestione gomme e dimostrando una forza schiacciante soprattutto sul passo gara, la nuova RB–19 è la prova di una manifesta superiorità tecnica sugli avversari – Ferrari e Mercedes in primis – che non possono far altro che osservare da lontano la vettura progettata da Adrian Newey e dagli ingegneri di Milton Keynes.
La nuova RB-19 sembra essere, al momento, di un altro pianeta, capace di relegare il primo degli altri ad oltre mezzo minuto di distacco con una facilità disarmante sin dai primi giri.
Alonso, il verde della Aston ti dona!
Fernando, terzo con la sua Aston Martin, invece coglie il suo 99esimo podio in carriera a 42 anni dimostrando che quanto a talento non si sente proprio secondo a nessuno: un vero leone che torna a ruggire dopo il trascorso non proprio felice con Alpine della scorsa stagione, dove ha dovuto lottare, alle volte anche duramente, con il proprio compagno (ora ex compagno) Ocon.
Il pilota spagnolo, partito quinto allo start, ci ha messo poco a far capire che quest’anno anche lui è della partita e che la Aston Martin non scherza affatto: bisognerebbe chiedere a Sainz e ad Hamilton (su tutti) per quel sorpasso in curva 10 da applausi che ha lasciato l’inglese lì, impossibilitato a replicare, forte di una trazione spaventosa e di un passo gara quasi a livello di Red Bull nella seconda parte di gara sullo stesso compound di gomme Hard, sebbene quest’ultima in gestione con entrambi i piloti.
Menzione d’onore per Lance Stroll, sesto alla fine della gara, che ha dovuto combattere non solo con gli avversari, ma anche con i propri polsi dopo l’incidente in bici di due settimane fa che ne aveva messo in forte dubbio la partecipazione sin dai test invernali di 10 giorni fa.
Ferrari, non ci siamo proprio (per adesso)
Se Aston Martin sembra un’altra rispetto solo ad un anno fa, recuperando 2,5 secondi sulla concorrenza, anche la Ferrari sembra un’altra: la SF-23 è una versione ancora acerba e poco concreta della precedente F1-75 che tanto aveva impressionato il paddock all’inizio della scorsa season, centrando il successo col pilota monegasco e che poi, piano piano, si era adombrata a causa dei tanti problemi di affidabilità al motore.
Problemi che sembravano essere superati nei test pre-stagionali tant’è che nelle qualifiche il nuovo motore del cavallino rampante aveva superato le più rosee aspettative, riuscendo a chiudere quel gap di velocità sul dritto che l’anno scorso si era mostrato il principale tallone d’Achille della Scuderia Ferrari rispetto a Red Bull.
Problemi di affidabilità che però continuano a perseguitare la rossa e Leclerc che, nonostante un’ottima qualifica che lo ha relegato terzo a soli 3 decimi dal rivale olandese senza fare l’ultimo tentativo decisivo per la pole per preservare un set di Soft per la gara, ed una grande partenza che gli ha permesso di salire in seconda posizione, complice un Pérez lento nella partenza dal palo, lo ha costretto al ritiro nel corso del 41esimo giro (forse la centralina ne è stata la causa, nonostante fosse stata sostituita poco prima della gara).
Il pilota monegasco, incredulo e deluso, meritava almeno la terza posizione per quanto la SF-23 si sia mostrata molto fragile ed attaccabile sul passo gara sia sul compound più morbido che su quello più duro dalla Aston Martin di Alonso (nonostante le prove libere del venerdì avessero mostrato una Ferrari in salute su gomme dure). Sainz termina invece il proprio week-end saudita in maniera incolore, senza infamia e senza lode, così come era iniziato nelle fp1 di venerdì mattina, complice un assetto ed un feeling mai trovato con la propria SF-23, dovendo resistere agli attacchi di Alonso e della Mercedes di Hamilton in gara. Si rimane in attesa di sviluppi che non dovrebbero tardare ad arrivare, ma c’è molto lavoro da fare.
Che succede al team di Brackley?
Mercedes, dal suo canto, inizia la stagione così come aveva iniziato la scorsa: tra mille dubbi e conseguenti riflessioni sulla bontà del percorso intrapreso.
Toto Wolf, a fine gara, ha lasciato trasparire tutta la delusione, dopo il quinto e settimo posto in gara di Lewis e di George, per una vettura non all’altezza della concorrenza e ormai certo dell’inevitabile cambio di rotta da seguire.
Il team principal delle frecce nere non crede che il pacchetto potrà essere competitivo: che sia arrivato il momento di sedersi con gli ingegneri per decidere la direzione di sviluppo da seguire per ritornare a vincere?
La filosofia di una vettura “zero pods” non ha dato i risultati sperati, visti in galleria del vento e al simulatore, e a nulla sono valse le rassicurazioni degli ingegneri di Brackley finiti ora sul banco degli accusati (Mike Elliott su tutti).
Bravo Valtteri. Ocon e Gasly, due facce della stessa medaglia
Bene il finlandese che conferma il suo ritrovato stato di forma su Alfa Romeo con uno splendido ottavo posto; un pilota ritrovato, più sicuro di sé e dei suoi mezzi che non sente più la pressione di dover essere alla pari del suo compagno di squadra come in Mercedes o di esserne lo scudiero, ma di poter ergersi a primo pilota.
Fantastico invece il francese Gasly su Alpine, partito ultimo dopo la pessima qualifica del sabato e capace di rimontare sino al nono posto in griglia. Ironia ha voluto che allo starting grid la piazzola fosse proprio occupata dal compagno Ocon che, invece, si è letteralmente eclissato nella notte del Bahrein finendo prima ultimo causa penalità (ben tre, scontate in corsia box), ed essendo poi stato richiamato ai box per il ritiro per preservare le componenti.
Il prossimo appuntamento a Jeddah tra due settimane, con la speranza dei tifosi e dell’intero paddock; che il verdetto della prima gara non costituisca il preludio di una stagione dominata dall’inizio alla fine dal binomio Max-Red Bull. Beh, si spera.
ORDINE DI ARRIVO
Pos Pilota Team Distacco
1 Max Verstappen Red Bull-Honda
2 Sergio Perez Red Bull-Honda 11.987
3 Fernando Alonso Aston Martin-Mercedes 38.367
4 Carlos Sainz Ferrari 48.052
5 Lewis Hamilton Mercedes 50.977
6 Lance Stroll Aston Martin-Mercedes 54.502
7 George Russell Mercedes 55.873
8 Valtteri Bottas Alfa Romeo-Ferrari 72.647
9 Pierre Gasly Alpine-Renault 73.753
10 Alex Albon Williams-Mercedes 89.774
11 Yuki Tsunoda AlphaTauri-Honda 90.870
12 Logan Sargeant Williams-Mercedes 1 giro
13 Kevin Magnussen Haas-Ferrari 1 giro
14 Nyck De Vries AlphaTauri-Honda 1 giro
15 Nico Hulkenberg Haas-Ferrari 1 giro
16 Guanyu Zhou Alfa Romeo-Ferrari 1 giro
17 Lando Norris McLaren-Mercedes 2 giri
Rit Esteban Ocon Alpine-Renault
Rit Charles Leclerc Ferrari
Rit Oscar Piastri McLaren-Mercedes
© Il Quotidiano Online • Redazione Sport | Riproduzione Riservata 2023