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Arte

Il Succorpo di Napoli, tra religione e potere

Avete mai pensato che l’arte è soprattutto espressione di status e potere politico? Eppure, a Napoli ne abbiamo tanti di esempi. Una delle opere più belle che costituisce, tra l’altro, il massimo esempio del Rinascimento Napoletano è il Succorpo di Napoli: una confessio interamente marmorea, posta al di sotto dell’altare della Cattedrale, dove magnificenza e raffinatezza brillano di un bianco marmo. Di committenza del cardinale Oliviero Carafa, i lavori per la cripta cominciano nel 1497 al fine di realizzare una degna custodia delle reliquie di San Gennaro, traslate grazie alla perseveranza del cardinale solo dopo sette anni dal ritrovamento delle …

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C’era profumo di ‘primavera’

Ridiamo Vita al Castello: storia e testimonianza associazionistica di un percorso di crescita della Città di Nocera Inferiore (SA) e non solo

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Danzando libera come una Menade

Il Menadismo è uno dei fenomeni religiosi più misteriosi dell’antichità. Menadi o Baccanti erano definite le donne che, insieme ai satiri ed ai sileni, partecipavano ai riti orgiastici in onore del dio Dioniso, detto Bacco in ambito romano. Elemento caratterizzante di questi rituali, originari probabilmente della Tracia, era una frenesia inarrestabile che portava le donne a danze scomposte e all’estasi. Tale “entusiasmo”, definendolo alla greca, non era follia, come per molti anni si è creduto, ma una forma di invasamento divino. Le danze delle Menadi si svolgevano in luoghi liberi e selvaggi, come sul Parnaso a Delfi, ed ogni Menade …

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La realtà ricreata – Recensione di “Basic instinct” (Verhoeven, 1992)

L’abbiamo vista ospite domenica scorsa da Fazio a “Che tempo che fa” sulla Rai, lì l’abbiamo sentita confessare di ricordare ancora qualche parola in italiano: è Sharon Stone, icona indiscussa del cinema americano, divenuta popolare subito dopo aver preso parte come protagonista al cult “Basic instinct“, diretto da Paul Verhoeven nel 1992 e con Michael Douglas, tra i vari. Il cineocchio.it Un thriller che ha fatto epoca, a cominciare dai titoli di testa: forme di corpi uniti da amplesso naturale e scomposto in ulteriori forme che compongono quelle, e dunque un erotico riferimento alle tante nude “demoiselles” non solo “d’Avignon”, non …

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Napoli / Cultura – A spasso nel Rione Sanità

Il Rione Sanità, il cui nome deriva dalla salubritas della sua aria che sin dalla sua costituzione lo rese una delle zone più incontaminate di Napoli, non è solo uno dei 30 quartiere di Napoli, ma è l’espressione più viva ed autentica della napoletanità e delle contraddizioni ad essa intrinseche. Subìta una grande trasformazione nei secoli, il Rione Sanità da area prescelta da ricchi borghesi napoletani per le proprie dimore (Palazzo San Felice e Palazzo dello Spagnuolo), è ora uno dei quartieri popolari più famosi di Napoli. A precedere l’ingresso al Rione Sanità, vi è il Borgo dei Vergini, uno …

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La vita va assaporata! – Recensione de “Il favoloso mondo di Amélie” (Jeunet, 2001)

Compie 20 anni il cult “Il favoloso mondo di Amélie”, diretto nel 2001 da Jean-Pierre Jeunet. Per l’occasione, è stato proiettato in alcune sale italiane l’11 e 12 Maggio, anche al Cinema Vittoria a Napoli. PicClick La pellicola di questi tempi è più che mai fondamentale, perché pare che stiamo smarrendo ogni certezza, senza contare che il vero punto di riferimento risiede nell’esistenza, sebbene ogni possibile fragilità in essa insita. Candidato agli Oscar senza vincerne nemmeno uno, ma trionfante di César e tanti altri meritatissimi riconoscimenti, il lungometraggio procede fin da subito a ritmo veloce nel montaggio, con immagini d’una …

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Le Matres Matutae: tra culto misterioso e matriarcato

Dei tanti tesori nascosti della Campania una delle collezioni più invidiate al mondo è la collezione di Matres Matutae conservata al Museo Campano di Capua, museo archeologico gioiello che splende sul suolo dell’antica Terra di Lavoro. Espressione di un antico matriarcato, esse rappresentano la divinità dell’Aurora, che dona la vita ed è madre di ogni cosa.  Un culto preromanico ancora poco chiaro e non ben decifrato che accresce notevolmente il mistero che si cela dietro queste statue, icone dell’affascinate approccio dell’uomo alla percezione della vita e della morte. Raffigurate come keurotropoi, ovvero nutrici di fanciulli, esse si presentano assise e …

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La realtà va focalizzata! – Recensione di “Lasciami andare” (Mordini, 2020)

Di recente l’ormai fuoriclasse italiano Stefano Accorsi, interprete che ha conseguito sia un Nastro d’Argento sia un David di Donatello per “Veloce come il vento” di Rovere del 2016, ha compiuto 50 anni. Scopriamo insieme il suo ultimo film “Lasciami andare” del regista Stefano Mordini (2020). Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia come adattamento cinematografico del romanzo “Sei tornato” di Christopher Coake, il lungometraggio mette a nudo la tristezza di una Venezia spesso con l’acqua alta, la cui resa corrisponde a quella del volto di uno Stefano Accorsi ben calato nel ruolo di padre che si sente in colpa …

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Nocera – San Prisco e il Museo Diocesano: il connubio perfetto tra arte e religione

SAN PRISCO E I SUOI MIRACOLI A Nocera Inferiore, città di punta dell’Agro nocerino-sarnese, il 9 maggio si festeggia il santo patrono con celebrazioni religiose ed eventi profani. Secondo la tradizione, San Prisco sarebbe stato il primo vescovo nocerino, vissuto probabilmente nel IV secolo. Questa datazione così alta dimostra che la fede cristiana si diffuse precocemente in questi luoghi dove si costituiranno numerose istituzioni ecclesiastiche nei secoli a venire. Famosa è la menzione di Paolino da Nola nel Carme XIX che ci fornisce un’ulteriore informazione su San Prisco dicendo che diresse la vita religiosa sia di Nocera che di Nola. …

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Censura nella storia dell’Arte: il caso del “Convito in casa di Levi”

Un’imponete scenografia sembra aprirsi a mo’ di quinta teatrale, presentando una serie di attori su questo enorme palcoscenico, nell’atto di un convito caotico, festoso. A vederlo sembra sentire il brulicante rumore di sottofondo della folla che sovrasta la scena, le cui voci si sovrappongono, si confondono, si perdono. L’immenso e bellissimo telero di Paolo Caliari, detto il Veronese, fu realizzato nel 1573 per il Convento domenicano dei Santi Giovanni e Paolo, in sostituzione di un dipinto di Tiziano di analogo soggetto bruciato precedentemente in un incendio. L’opera del Veronese, in tutta la sua maestosa magnificenza rappresenta uno dei casi esemplari …

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