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Anche gli animali amano la fisica

Come fanno alcuni animali ad orientarsi nel buio? Come comunicano tra loro? Sono solo alcune domande che la fisica del suono può aiutarci a rispondere

La fisica con le sue regole governa ogni singolo aspetto della natura. Così come noi assistiamo a fenomeni o compiamo azioni grazie alla fisica spesso senza rendercene conto, anche gli animali che di fisica non capiscono nulla, in realtà sanno come sfruttarla a proprio vantaggio. Sono davvero tanti gli esempi nel mondo animale in questo senso. La fisica del suono, ad esempio, permette agli animali di orientarsi, comunicare con i propri simili e catturare le prede.

La fisica del suono: ultrasuoni e infrasuoni

Così come la luce, anche il suono si propaga attraverso le onde. Queste sono generate dalla vibrazione di un corpo in oscillazione. Questa vibrazione produce infatti una variazione del mezzo in cui si propaga che genera le onde sonore. Se si pensa alla corda di una chitarra quando viene pizzicata questa crea nell’aria zone di compressione e di rarefazione che ne variano la pressione e la densità. Questa variazione viene percepita da noi come suono.

Una particolarità del suono è che non si propaga nel vuoto ma ha bisogno di un mezzo fisico, come l’aria o l’acqua. Essendo un’onda può essere descritta da una frequenza il cui valore determina i limiti umani di udibilità del suono. Questi sono compresi tra i 20 Hz e i 20 000 Hz. Al di sopra e al di sotto di questo intervallo si parla di infrasuoni e ultrasuoni. E alcuni animali sanno come sfruttarli.

I pipistrelli e l’arte di orientarsi al buio

Una delle caratteristiche principali dei pipistrelli è che sono animali notturni e questo è risaputo. Quello che forse non tutti sanno è che per orientarsi nel buio usano gli ultrasuoni. Emettendo ultrasuoni dalla bocca o dal naso, riescono infatti a captare con le grandi orecchie, le onde riflesse dagli ostacoli dell’ambiente che li circonda. Queste onde sono trasmesse al cervello che le elabora e fornisce loro una mappa dello spazio che gli permette di muoversi con facilità. Più piccola è la lunghezza d’onda emessa (anche millimetri), maggiore è la precisione e il numero di dettagli che riescono a captare. Una caratteristica utile soprattutto nella caccia che permette loro di percepire persino una zanzara.

Anche i delfini sfruttano l’eco degli ultrasuoni emessi per esplorare l’ambiente circostante. Gli ultrasuoni saranno di lunghezza d’onda più alta però perché in acqua il suono si propaga con velocità maggiore. Gli elefanti comunicano tramite gli infrasuoni (bassa frequenza) che possono arrivare a coprire un’area di decine di chilometri quadrati, mentre i cani sono in grado di percepire frequenze di suono che vanno dai 15 Hz fino ai 50 000 Hz.

© IL QUOTIDIANO ONLINE 2022 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Marianna Fusco

Una mente scientifica e un'anima letteraria, affascinata da qualsiasi cosa abbia una storia da raccontare. Curerà la rubrica “Reticoli di Idee”

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