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Quella “Signora di Benevento” che viene dalla terra del Nilo

Se tutti sanno quanto sia meravigliosa Napoli, quanto sia spettacolare l’antica Paestum o quanto sia caratteristica la Costiera Amalfitana, pochi conoscono, invece, le bellezze di una città campana che avrebbe doti e diritto di entrare a far parte dei circuiti turistici più conosciuti. L’elegante e fiera Benevento nasconde piccoli tesori dal valore storico-culturale invidiabile e rivela ai visitatori più attenti una bellezza poco nota e per questo più godibile.

Abbiamo pensato, perciò, di riservare gli appuntamenti agostani a Benevento, per scoprirne le peculiarità e farci coinvolgere dalla sua indiscutibile capacità di accogliere.

Passeggiando nella bella cittadina sannita, lungo Corso Garibaldi non si può non essere incuriositi da un obelisco di circa due tonnellate e mezzo che troneggia su Piazza Papiniano: ma cosa c’entra Benevento con l’Egitto? Essendosi diffuso nella penisola il culto delle divinità egizie, nel I d.C. a Benevento fu costruito un Iseo, un tempio dedicato ad Iside, dea della fertilità e madre di Horus. Il santuario ritrovò, poi, i suoi fasti nel III d.C., quando il culto popolare venne dirottato anche verso la “Signora di Benevento” da Diocleziano, affinché nuovi sentimenti religiosi potessero rinnegare quelli del passato, indirizzandoli verso culti diversi, tra cui quello per l’imperatore stesso. Nonostante la lontananza dal mare, e quindi dai porti in cui attraccavano le navi che trasportavano merci provenienti dall’Asia e dall’Africa, a Benevento insisteva un santuario isiaco che per alcuni pare “la testimonianza più omogenea esistente su suolo italiano” (Hans Wolfgang Müller, Il culto di Iside nell’antica Benevento, Officina grafica Abete, Benevento 1971).

Questo tempio, di cui ad oggi ancora non è chiara l’antica collocazione, non era l’unico di carattere nilotico presente in città, ma era affiancato dal tempio di Iside Pelagia, protettrice dei naviganti, e dal sacrario di Osiride-Canopo. Opere in marmo di stile ellenistico-romano (tra cui una Iside sul trono), frammenti di bassorilievi in marmo in stile egiziano, statue e sculture di stile, materiale e provenienza egizia, una coppia di obelischi di granito con iscrizioni geroglifiche (tra cui quello già menzionato): questo il lascito archeologico rinvenuto e conservato presso il Museo del Sannio e la sezione egizia del Museo ARCOS. L’iscrizione apposta sugli obelischi, in particolare, divinizza in maniera poco velata l’imperatore Domiziano e attribuisce alla dea Iside caratteri propri di varie altre divinità.

Di incerta attribuzione egizia è invece la statua del Bue Apis, collocata all’inizio del Viale S. Lorenzo. Definita “‘a bufara” (bufala o vacca) per una errata interpretazione da parte della tradizione popolare, l’opera pare mancare, secondo l’archeologo tedesco Müller, delle caratteristiche iconografiche tipiche del dio, come il disco solare tra le corna.

Benevento inizia già a sorprenderci, mischiando storia e mistero in una combinazione che, da secoli, non smette di incuriosire e meravigliare.

Io sono la genitrice dell’universo, la sovrana di tutti gli elementi, l’origine prima dei secoli, la totalità dei poteri divini, la regina degli spiriti, la prima dei celesti; l’immagine unica di tutte le divinità maschili e femminili: sono io che governo col cenno del capo le vette luminose della volta celeste, i salutiferi venti del mare, i desolati silenzi degli inferi. Indivisibile è la mia essenza, ma nel mondo io sono venerata ovunque sotto molteplici forme, con riti diversi, sotto differenti nomi. Perciò i Frigi, i primi abitatori della terra, mi chiamano madre degli dei [Grande Madre, Cibele], adorata in Pessinunte; gli Attici autoctoni, Minerva Cecropia; i Ciprioti bagnati dal mare, Venere di Pafo; i Cretesi abili arcieri, Diana Dictinna; i Siciliani trilingui, Proserpina Stigia; gli abitanti dell’antica Eleusi, Cerere Attea; alcuni Giunone; altri Bellona; gli uni Ecate; gli altri Rammusia [Nemesis]. Ma le due stirpi degli Etiopi, gli uni illuminati dai raggi nascenti del dio Sole all’alba, gli altri da quelli morenti al tramonto, e gli Egiziani valenti per l’antico sapere, mi onorano con riti che appartengono a me sola, e mi chiamano col mio vero nome: Iside Regina. (Apuleio, Metamorfosi, libro XI)

A proposito di Egizi… hai già letto il nostro articolo sulle “radiografie” delle piramidi?

Foto di copertina ripresa da www.beneventoturismo.altervista.org.

Alcune informazioni sono state riprese dai siti: www.samnium.org e www.retemuseale.provincia.benevento.it.

Puoi (ri)percorrere il nostro viaggio virtuale a Benevento:

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di Rosa Elefante

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