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San Luca, l’Evangelista pittore

Figura simbolo delle arti figurative dal Medioevo all’Età moderna, San Luca rappresenta l’arte della pittura ed è patrono di tutti i pittori

Autore del terzo Vangelo, il Nuovo Testamento lo descrive come un greco originario di Antiochia. Alcune testimonianze affermano che esercitò la professione di medico e accompagnò in più viaggi l’apostolo Paolo per la diffusione del Verbo di Dio.

La tradizione che lo vede coinvolto nelle arti figurative, immagina l’Evangelista rappresentare la Vergine e Gesù, dei quali l’apostolo realizzò alcuni ritratti dal vivo tra Roma e Gerusalemme, per la trasmissione ai posteri degli archetipi dei volti sacri della Madonna e del Figlio di Dio, che avrebbero dato inizio ad una serie di repliche iconografiche.

Una di queste immagini fu benedetta dalla Vergine: attraverso la benedizione della Madre di Gesù, in qualche modo si legittimava il valore sacro dell’immagine.

San Luca che dipinge la Vergine, scuola di Raffaello

Eppure la spiegazione di tale tradizione risale ai tempi dell’iconoclastia del VIII e IX secolo: Leone III Isaurico, imperatore dell’Impero d’Oriente nel 717, preoccupato della potente influenza dei monasteri e dell’intensa devozione e venerazione delle immagini sacre, decise di rafforzare l’autorità imperiale denunciando un atteggiamento di idolatria. La denuncia del culto delle immagini sfociò in una grande diatriba in Oriente e poi in Occidente tra gli iconoduli e gli iconoclasti che ne volevano la distruzione.

Ecco, allora, come si colloca bene la tradizione di San Luca pittore in questi tempi, in cui l’immagine dei volti diveniva testimonianza sulla terra di Cristo uomo e della Vergine in primis; dipoi, lo stesso rappresentare per immagine diveniva un’azione sacra e benedetta; infine, San Luca costituiva la figura di un alter Deus ispirato per grazia divina, nella cui immagine si identificarono poi tutti i pittori.

Tra le più celebri opere di San Luca si ricordano la Vergine Hodighitria di Costantinopoli, poi andata distrutta con la presa della città da parte dei Turchi nella prima metà del XV secolo; a Roma, invece, sono note l’immagine della Vergine nella Basilica di Santa Maria Maggiore e quella del ritratto di Cristo nella Cappella Sancta Sanctorum del Palazzo Lateranense.

La tradizione medievale che ricorda l’Evangelista essere un medico, suggellava una certa assonanza tra le due discipline, medicina-pittura: la presunta conoscenza delle piante e della botanica in generale risultavano indispensabili per l’estrazione e preparazione del colore. Va da sé perché fosse proprio San Luca destinato alla rappresentazione delle icone sacre.

Il fascino dell’iconografia bizantina influì molto sull’Occidente, e per la maestria dell’arte pittorica e per la figura dell’apostolo che ne aveva nobilitato l’origine.

Nei secoli X-XI la nobilitazione dell’arte pittorica e delle arti figurative in generale, anche grazie all’espediente dell’evangelista pittore, incentivò i ceti più abbienti ad una educazione multidisciplinare che comprendesse anche lo studio del disegno e delle tecniche artistiche.

La figura di San Luca come patrono dei pittori, inoltre, fu molto sostenuta anche da Tommaso D’Aquino, da cui attinsero molti teologi nei secoli successivi.

Il suo culto ebbe un grande sviluppo nel corso dei secoli: nel Rinascimento, si iniziò a immaginarlo con pennello, cavalletto e tavolozza, secondo i canoni dell’artista di corte; e, tra gli anni novanta del Cinquecento e inizio Seicento l’apostolo diede il nome all’Accademia delle Arti della Pittura, Scultura e Disegno, come figura simbolo delle arti figurative e patrono dei pittori.

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2021 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Rosaria Esposito

Classe '96, diplomata al liceo classico "Cneo Nevio" di Santa Maria Capua Vetere (CE) e laureata in “Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali” all’Università degli Studi di Napoli Federico II. A metà tra un approccio storico-artistico ed uno economico-gestionale, costruisce una figura professionale capace di muoversi nei campi della cultura, conservazione e valorizzazione del patrimonio. Dà un respiro internazionale al suo profilo studiando a Lille, tra il 2017 e il 2018, attraverso al Programma Erasmus+. L’esperienza di tirocinio extracurriculare presso il “Pio Monte della Misericordia” a Napoli la spinge ad iscriversi, nel 2019, al corso di laurea magistrale in “Archeologia e Storia dell’Arte”. Tuttavia, non abbandona il suo interesse verso la valorizzazione e la gestione: grazie all’associazione “Napulitanata”, studia da vicino dinamiche interne volte alla promozione culturale territoriale e la programmazione degli eventi che da sempre l’affascinano. Ambiziosa e curiosa è una grande amante dei libri e dei viaggi. Per lei la lettura ha un grande valore culturale: leggere significa avere sete di conoscenza, essere aperti al mondo e non essere mai stanchi di stupirsi. Curerà la rubrica “Pillole d’Arte”

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